“Terremoto” a Leonforte. Indagato il primo cittadino

L’annus horribilis 2020 si è chiuso con un pettegolezzo che è diventato cronaca giudiziaria ai primi del 2021. Da tempo il paese mormora sulle visite frequenti delle Fiamme Gialle agli uffici comunali, visite riguardanti -pare- l’assunzione chiacchierata di due persone dall’Srr (Società per la regolamentazione del servizio dei rifiuti) di Leonforte. Le “filame” sono diventate più assidue dopo le dimissioni del sindaco dalla presidenza della Srr, quasi a anticipare un imbarazzante conflitto? Il primo cittadino si dice sereno e fiducioso. Gli argomenti appaiono confusi ai più e le domande sono molte: assunzioni su indicazione del Tribunale del Lavoro, a richiesta? Ingerenze o regolare procedura? La discussione interesserà anche il Consiglio comunale? Verranno chiarite le cause ed i motivi che hanno portato all’apertura di un’indagine anche in Consiglio? Leggeremo o ascolteremo la voce dell’opposizione, da tempo silente? Abbiamo lungamente atteso l’ufficialità della notizia, che sui canali noti, puntualmente e pedissequamente, riferisce le vicende politiche paesane non trascurando mai di riportare fedelmente le dichiarazioni degli interessati, per ragionare sulla vox populi e sulle molte perplessità. Il sindaco ha chiosato con un’affermazione “landiniana” che non parrebbe affine alla sua appartenenza partitica, poco aderente ai bisogni della classe operaia, ma la politica come la società è diventata liquida e dunque se c’è da battagliare, si battaglia. “Non arretreremo di un millimetro sulla difesa dei diritti leonfortesi” asserisce il sindaco riferendosi a due monolitici capisaldi: L’F/B/C, di cui resta il nome senza contenuto alcuno e l’acqua (partite pregresse?) e il paese domanda “di tutti i leonfortesi?”. Data l’assenza di partecipazione alle ultime, tristi, vicissitudini idriche della parte sud di Leonforte, abitata da oriundi e non da invisi forestieri e ingenuamente si sforza di ricordare in quale passaggio della campagna elettorale si accennò a questioni lavorative in quota Srr. Guai e preoccupazioni insomma che si aggiungono alle tribolazioni pandemiche e al dissesto finanziario. Siamo certi che la Giustizia trionferà e chiarirà ruoli, coinvolgimenti e responsabilità e ridarà l’onore a chi amministrando rischia di macchiarlo nonostante la buona fede e il buon agire. Coraggio Leonforte il 2021 è appena cominciato e dopo 15 giorni di disagio idrico, un avvio di indagine, l’annunciata soppressione delle manifestazioni religiose e folkloriche causa Covid, siamo giunti a metà anno… il resto può (o potrebbe) solo migliorare.

Gabriella Grasso



Quanto riporta l’edizione odierna on-line del quotidiano Giornale di Sicilia.
L’indagine, coordinata dalla Procura di Enna e svolta dalla Guardia di finanza, riguarda l’inserimento nel servizio di raccolta e smaltimento rifiuti di Leonforte di due dipendenti provenienti dal settore tecnico amministrativo dell’ex Ato Ennaeuno, transitati alla Srr Enna. L’indagine è stata avviata nei mesi scorsi, dopo un esposto alla Procura con il quale si chiedeva di verificare la regolarità delle due assunzioni – una delle quali per livello di dirigenza, l’altra per un lavoratore successivamente al 2009 – entrambe ritenute nulle da una sentenza del tribunale di Enna. Nel 2013 i commissari liquidatori dell’Ato Ennaeuno, oggi in procedura fallimentare, avevano assunto oltre 400 lavoratori con un contratto di cessione tra Ato e Sicilia Ambiente, società che aveva gestito il servizio. Per il tribunale di Enna la cessione era illegittima perchè aveva aggirato il divieto di concorsi e assunzioni per gli Ato e perchè l’azione dei commissari liquidatori avrebbe violato la legge regionale che nel 2010 ha espressamente vietato ai commissari liquidatori degli Ato di compiere atti di gestione, compresi quelli riguardanti il personale dopo il 30 settembre del 2012. La legge regionale ha stabilito anche che tutti gli atti posti in essere dai liquidatori oltre il termine di settembre 2012 sono nulli perchè i commissari non avevano più i poteri per compierli. Nel gennaio del 2014 l’assemblea dei sindaci dell’Ato Ennaeuno aveva anche votato per attivare l’azione di responsabilità nei confronti dei commissari liquidatori, proprio per il contratto con Sicilia Ambiente che aveva assorbito i lavoratori malgrado i divieti della legge, caricando l’Ato Ennaeuno dei relativi costi.