Calascibetta: la fiaccola del metano, simbolo di speranza, arde in piazza Umberto I

Calascibetta. Ieri nessuna solenne processione del Venerdì Santo ma, come tradizione, la fiaccola che arde in piazza Umberto I assume un significato particolare: quel fuoco, in tempo di pandemia, vuole essere la speranza di rinascita in ognuno di noi, oltre che vuole rappresentare il fuoco dello Spirito Santo. Era la Settimana Santa del 1984, quattro mesi dopo che il metano era arrivato in Sicilia e Calascibetta, che aveva dato i natali al suo politico per eccellenza, Giuseppe D’Angelo, allora presidente della Siciliana Gas e ancor prima della Regione Siciliana, fu il primo paese dell’Isola a usufruirne. Da allora l’Impresa costruzione Bonanno, che aveva realizzato i lavori di metanizzazione in contrada Buonriposo e in altri paesi dell’ennese, si adopera per fare accendere, durante i giorni della Settimana Santa, la fiaccola. “L’idea di fare ardere il fuoco, che nella religione ha un forte significato, fu dell’allora presidente della Siciliana Gas Giuseppe D’Angelo, ha raccontato Bruno Bonanno, titolare dell’omonima Impresa di costruzioni. Si tratta di una fiaccola artigianale, da noi costruita, che si collega al tubo del gas del Comune tramite una predisposizione rapida di montaggio e smontaggio. Un lavoro che viene effettuato durante la Settimana Santa e si tramanda da padre in figlio”. Così, anche quest’anno, la famiglia Bonanno ha lavorato per attivare la torcia. E il fuoco della speranza, in questi giorni di sofferenza, arde sul porticato di piazza Umberto I. La fiamma sarà accesa anche a Pasqua, giorno di Resurrezione.

Francesco Librizzi