Pnrr. Ministro Giovannini, sindaco Nardella e Forum Disuguaglianze Diversità: fondamentale ruolo sindaci e associazioni

Sul settimanale L’Espresso, da questa mattina in edicola, ho letto l’intervista al ministro dell’infrastrutture e della mobilità sostenibili, Enrico Giovannini, e l’articolo del sindaco di Firenze, Dario Nardella, dove ho ritrovato la conferma di quello che vado scrivendo e sostenendo da alcuni mesi sul ruolo decisivo dei sindaci dei comuni delle aree interne nell’attuazione del Piano nazionale di ripresa e resilienza (Pnrr). Nel ricordare che nel Pnnr, pensato anche per superare le disuguaglianze territoriali tra Nord e Sud, tra città e aree interne, “sono stati stanziati 2,4 miliardi per la creazione di nuovi collegamenti, non solo fra i grandi assi cittadini, ma anche per unire periferie e aree interne alla città”, Giovannini sottolinea che ‘tutte queste azioni richiedono un forte coinvolgimento di territori e società civile”. Esorta inoltre a creare a livello locale “luoghi di confronto permanente, così da coinvolgere le forze sociali in quello che è uno sforzo senza precedenti di ripensamento del nostro futuro”. Nardella ricorda che “il Presidente del Consiglio, Mario Draghi, nel discorso alle Camere in occasione della presentazione del Pnrr ha voluto sottolineare l’importanza degli enti locali come soggetti attuatori del Piano”. Anche nelle 11 pagine del commento del Forum Disuguaglianze e Diversità sul Pnrr, che non lesina critiche, leggo che “larga parte degli interventi verrà attuata da amministrazioni locali (soprattutto Comuni) e da articolazioni territoriali di istituzioni pubbliche nazionali (università, porti, scuole)”. Per i sindaci delle aree interne, non è un compito facile, ma al quale non possono sottrarsi. Si muovono in un contesto in grande affanno sociale ed economico dove sono a capo delle uniche istituzioni pubbliche, con tutte le difficoltà che conosciamo, che possono svolgere questo ruolo fondamentale. E possono farlo, anzi devono farlo, in stretta collaborazione con le articolazioni territoriali di istituzioni pubbliche nazionali (scuole e università), con le deboli forze sociali e con le poche associazioni della società civile esistenti, animate però da un forte spirito civico. Nel fare questo i sindaci devono ispirarsi a quanto sostenuto dall’economista Albert Otto Hirschman sullo sviluppo che non “dipende tanto dal trovare combinazioni ottimali di risorse e fattori di produzione dati, quanto dal richiamare e dall’arruolare risorse e capacità nascoste, disperse o male utilizzate”. La vivacità delle comunità locali, che si esprime nelle associazioni, ha un ruolo fondamentale nello sviluppo delle aree interne. Queste associazioni devono svolgere il ruolo di animatori del territorio, di pungolo delle amministrazioni locali con le quali devono collaborare per mettersi in ascolto del territorio, per spingerli di guardare al di là dei confini amministrativi e maturare una sostanziale visione d’area che tiene insieme le politiche orinarie con quelle di sviluppo locale dando alle prime un valore strategico.

Silvano Privitera