Valguarnera. Commercianti manifestano disappunto e ritengono che zona rossa sia incapacità dell’Amministrazione

I commercianti di Valguarnera manifestano tutto il loro disagio e disappunto per la zona rossa e ritengono che essa sia figlia di una evidente incapacità nel far rispettare le norme, che sta in capo all’amministrazione comunale. Una lettera pacata ma dura da parte di una categoria che rischia di abbassare le saracinesche definitivamente se da qui a qualche settimana non si riesce a ritornare alla normalità. Alla crisi perenne che attanaglia tutto il comparto del commercio, come se non bastasse, si associa per la 2^ settimana consecutiva quella legata alla zona rossa, unico Comune in Sicilia assieme a Santa Caterina Villarmosa, nel nisseno. E non ci sono ristori che bastino per alleviare le sofferenze dei commercianti valguarneresi. Che qualcosa comunque non abbia funzionato nei controlli antecedenti è palese, l’interpretazione del “liberi tutti” di larga parte della cittadinanza è stato devastante per la comunità tutta. Non si spiega infatti l’escalation continua ed inesorabile dei 50 positivi nel giro di poco più di una settimana. I commercianti ne chiedono infatti ragione ed affermano nella lettera inviata al sindaco: “Da oltre un anno le nostre attività vengono penalizzate dalle continue chiusure che hanno fortemente compresso i nostri guadagni. Questo comporta continue esposizioni di credito che sono necessarie alla continuità aziendale, che i ristori in minima parte hanno alleviato. La recente zona gialla aveva permesso alle nostre attività di ripartire con fiducia, facendoci carico con dedizione e consapevolezza al rispetto di tutte le norme previste dal protocollo vigente, contribuendo non poco al contenimento del contagio da covid 19. Ovviamente questo ha comportato un ulteriore esborso di risorse finanziarie necessarie all’adeguamento delle nostre attività commerciali. Certamente la salute viene prima di tutto, al contempo non si può pretendere che tutto venga delegato alle nostre imprese, già da mesi in sofferenza. Corre l’obbligo ricordare che nonostante una contrazione notevole dei nostri incassi abbiamo contribuito nei mesi difficili del passato lockdown, ad una fattiva vicinanza verso le famiglie indigenti senza sottrarci ad un silenzioso quanto discreto aiuto, fornendo pasti e provviste alimentari che hanno alleviato se pur in minima parte le sofferenze di tanti nostri concittadini. Il momento della ripresa così come sta avvenendo in quasi tutto il territorio nazionale, da noi si è arrestato, perché nuovamente costretti alla chiusura, un incubo che ritorna. Siamo consapevoli del fatto che le disposizioni sono necessarie al contenimento del contagio, siamo consapevoli per primi della misura contenitiva necessaria, non possiamo comunque esimerci dal ritenere che questa ulteriore zona rossa sia figlia di una evidente incapacità in capo all’Amministrazione che non ha funzionato. Una scarsa comunicazione aggiunta al poco preavviso ha generato un danno evidente, tenuto conto che il mese di giugno notoriamente rappresenta per la nostra comunità il periodo della classiche funzioni come battesimi, cresime, e matrimoni, che avrebbero rappresentato una fonte di guadagno necessario al sostentamento delle nostre attività, senza il quale saremmo destinati alla definitiva chiusura, come già accaduto per alcuni nostri colleghi”.

Rino Caltagirone