Finanziamenti, spartimento nomine, bonus e prebende, che si “rice” della Sanità Ennese, gli ospedali di Leonforte e Piazza Armerina. Si intervistano Anna Zagara e Gabriella Grasso

Talvolta a parlare di sanità ci si sente già male, e spesso, quasi involontariamente o si prega o si apotropaica. La Sanità in generale se la sono “collata” (ingoiata) i politici, aggiungi qua, amplia là, taglia lì, non è rimasto che spartimento di nomine, bonus e prebende. Ma vediamo che si “rice” della Sanità Ennese.

Un piacere porre delle domande sui presidi ospedalieri di Leonforte, Piazza Armerina e Nicosia a Gabriella Grasso da Anna Zagara e contemporaneamente da Gabriella Grasso ad Anna Zagara (tutte e due collaboratrici di ViviEnna), sullo status dei sopracitati presidi ospedalieri.

Gabriella Grasso

Gabriella, all’apice della cronaca di Leonforte troviamo la protesta del sindaco Barbera sulla situazione del Ferro/Branciforti/Capra. Per riassumere, l’Asp di  Enna chiede l‘ambulanza di Leonforte perché la loro è guasta; il sindaco fiuta un inganno e blocca la partenza; l’Asp ‘l’ambulanza è mia”, Barbera dice “me l’avete data in concessione, è mia”; l’Asp risponde “Ahh sì, ora ti denuncio; il sindaco occupa una stanza dell’ospedale; l’Asp fa ricorso al Tar “mmm cussì t’ m’bari”; il Tar stranamente risponde celermente dando ragione all’Asp; il Barbera dice “ahhh sì, e io vengo all’Asp a fare dimostranza”….Insomma che pensi?

Penso che la politica locale non abbia alcuna voce in Regione, che le promesse del Presidente Musumeci siano state disertate e che sono ormai dieci anni che l’ospedale di Leonforte è servito per fare propaganda elettorale a chiunque, e penso che la cittadinanza ha spesso pagato un prezzo troppo alto perché tenere in piedi un edificio senza mezzi e personale, ha comportato serie e a volte irreversibili complicazioni in termini di salute.

Gabriella, ti risulterebbe che il sindaco Barbera abbia detto “no” ad un finanziamento Regionale che avrebbe garantito all’ospedale di Leonforte un ruolo interprovinciale, in tempo di Covid, avendo la possibilità di ottenere ciò che oggi hanno finanziato per l’ex CISS di Pergusa e che quindi avrebbe potuto godere, almeno per qualche lustro, di ciò che probabilmente godrà Pergusa? Alcuni sostengono che debba “vergognarsi”, tu pensi che debba farlo, vergognarsi?

Se ti riferisci alla possibilità di trasformare in ospedale Covid il nostro nosocomio, sì, in effetti è così. E a Barbera si unirono i sindaci dei paesi vicini: Assoro, Nissoria, Agira e Gagliano. Dissero “NO” perché,  l’ospedale di Leonforte era destinato, stante al decreto Balduzzi, ad altro. Diciamo, a loro discolpa che, il periodo non era favorevole, la gente aveva paura del virus cinese e dava la caccia all’untore. Creare un Lazzaretto non sarebbe stato popolare. I sindaci non seppero o non vollero comprendere. Quella sarebbe stata un’opportunità, irripetibile, per potenziare la struttura e il potenziamento sarebbe servito anche dopo l’emergenza pandemica, avrebbe potuto portare il F/B/C a diventare un centro di riabilitazione per le  malattie respiratorie e non solo. Ecco, non furono lungimiranti o furono eterodiretti e certamente non vollero rischiare di perdere consenso. E poi venne  Musumeci. A giugno 2020  in visita all’ospedale, non scese in paese aveva troppa premura di tornare a Palermo o temeva di farsi male e non trovare, conoscendo la realtà sanitaria locale, neppure un cerotto per tamponare la bua. Preferì non rischiare. Musumeci dichiarò, con piglio ducesco che: “mai e poi mai Leonforte sarebbe diventato ospedale Covid”…quindi amen.

Gabriella, chiara ed esaustiva come sempre. Mi pare invece che Nicosia stia facendo il pienone di finanziamenti, ha ottenuto i posti di terapia intensiva, sarà potenziato, si nasce ancora, ed approfitta della posizione geografica, a dire una “farfanteria” (eufemismo, bugia) per riempire il cesto. Ha per caso santi che Leonforte sconosce?

Beh cara Anna, noi a Leonforte per il mal di testa ricorriamo all’Ucchiatura, e per il resto alla Madonna del Carmine. A Palermo interessa non toccare “Caino”, cioè Nicosia, per ora, poi si vedrà, ma di Leonforte se ne “catafottono”, come direbbe il maestro.  Temo che per gli anni a venire dovremmo recarci a Enna anche  per un unghia incarnita o una “mulanca”.  A questo punto credo che il primo cittadino stia solo facendo una parte pirandellianamente discorrendo. La fine è segnata specie dopo l’annuncio dei fondi per l’ex Ciss di Pergusa. Non ci resta che piangere o pregare come suggeriscono i nostri preti e sperare che qualcuno ci ascolti. A Palermo forse conoscono i nostri Copatroni e preferiscono affidare la popolazione a loro piuttosto che a limitati uomini di scienza.

 

Ma adesso ribaltiamo i ruoli.

Anna Zagara

Anna, nel tuo ultimo articolo sul finanziamento dell’ex CISS e della sua ultima destinazione d’uso, sostieni che questo centro, per forza di cose, dovrà essere munito di diversi reparti, radiologia, laboratorio analisi, cardiologia, e così via. Ma se così fosse, l’Asp di Enna quale personale dovrebbe inserire? Assumere tramite concorso o spostare quello di Enna?

Bene, intanto come per gli ospiti top, grazie per la domanda. Io penso che il personale su Enna potrebbe subire una destinazione chilometrica, sì, trasferito da Enna su Pergusa. Che il centro, giusto punto, stia subendo un’accelerazione nel suo completamento, proprio in vista delle regionali. Come dire, i numeri fanno numeri i pidocchi fanno pidocchi, uno vale uno, ma two è meglio che one. Devi considerare che oltre il personale sanitario necessiterà  di figure professionali non sanitari, addetti alle pulizie, tecnici manutentori, insomma ogni figura indispensabile per il buon funzionamento.

Quindi Anna, vista la presenza dei posti di terapia sub intensiva a pochi chilometri  da Piazza Armerina, oltre quelli già di terapia intensiva esistenti ad Enna, che fine faranno quelli che sarebbero dovuti essere in piena disponibilità sul Chiello? Il sindaco della tua città, che rappresenta la massima funzione in sicurezza e sanità, che tanto si era attivato con Razza e Musumeci durante il periodo rosso della pandemia, cosa ha ottenuto, cosa vorrebbe ottenere e cosa sta cercando di ottenere?

Troppe domande in una sola domanda, aspetta m’ cunfuniu. Procediamo per step. Allora, per i  posti di terapia intensiva a Piazza Armerina, dopo i vari proclama dei politici territoriali, siamo stati costretti, dopo l’ultimo video di un accorato “stabbiamo lavorando”, dicevo, siamo stati costretti ad inviare un fax a “Chi l’ha visto”, ancora però nessuna risposta in merito. Anche al sindaco di Piazza Armerina fu proposto un ospedale covid, solo in questo modo avremo potuto sperare in un potenziamento ed allontanare lo spettro della chiusura che ormai da anni perseguita il Chiello. A questo punto ci sarebbe da pensare che o non ha compreso dove portava l’ultimo treno, o si è fatto convincere da chi aveva promesso di portare anche il mare a Piazza Armerina, e non parlo di un amministratore, oppure ancora sta trattando per una candidatura per le Regionali o pseudo accordo futuro. Peraltro, questa possibilità dell’ospedale Covid è stata boicottata da alcuni sanitari dello stesso nosocomio e da alcuni santi politici. Quindi che vogliamo di più dalla vita…un amaro Lucano?.

Quindi Anna, starà bene Enna?

Pure la rima nella domanda, fantastica… Starà bene Enna in tutti i sensi, morirà Sansone (Piazza Armerina) con tutti i Filistei (Leonforte). Si propendeva per la non duplicazione dei reparti, ma questo a quanto pare valeva solo per Piazza Armerina. Ancora oggi non si applica il piano Balduzzi, ma alcuni sanitari sostengono che non serva a nulla; dobbiamo pregare che ci lascino il pronto soccorso e che non ci chiedano indietro l’ambulanza.

Anna a tuo sentore, è tutto ciò voluto da un piano politico preciso o  davvero si punta al  potenziamento della rete Sanitaria Regionale?

Cara Gabriella, si scrive Sanità si legge Politica. Chi fa politica da molti anni, ma anche chi si accinge ad affacciarsi su questo mondo,  ha imparato ed imparerà  ad identificarsi al “polpo”, con tanti tentacoli, se non erro il polpo ne dovrebbe avere otto, ha tre cuori e due occhi. Il politico per eccellenza ne ha anche di più di tentacoli, un cuore che utilizza a suo uso e consumo, due occhi perché così decise Gesù e due piedi in quattro scarpe. Se malauguratamente qualcuno cerca di metterlo da parte come il “nonno”, comincerà ad avere le crisi di astinenza, come per i soggetti con dipendenze, per non parlare del periodo pre-elettorale durante il quale escono fuori come i “crastuni” dopo la pioggia.

Anna, ho avuto modo di farti conoscere i santi ai quali ci rivolgeremo d’ora innanzi noi Leonfortesi,  voi Piazzesi invece, a quali vi voterete per mal di testa e mal di panza, cuddhura e unghia “incallita”?

Ahhh, la Santa Patrona Maria Santissima delle Vittorie sempre, San Filippo segue, Santa Rita per molti, ma per tutti proprio tutti, San Nello, si sta pensando addirittura di calendarizzare un giorno dell’anno per i festeggiamenti, la proposta il 25 Giugno. Inoltre stiamo proponendo una raccolta firme per la beatificazione del sindaco, visto che quella per la sfiducia sembrerebbe andata inevasa. In programma anche una fiaccolata per augurare la guarigione a M. Chiello, il tutto nel rispetto delle restrizioni covid. Per non farci  mancare nulla, diverse tavole rotonde con incluso il gioco della sedia in vista della prossima tornata elettorale e per non lasciare nulla di intentato, la proiezione di un “lungometraggio” dal titolo “Il vecchietto su quale posto letto lo metto”, per la Regia dell’Assessorato alla Sanità Regionale, ingresso libero con prenotazione della “sedia”.

Grazie mille ad Anna e Gabriella è stato un piacere.