Incontro-dibattito su carta diritti anziani all’Oasi di Troina, modello discussione Pnnr, Aree interne e montane e sviluppo

Nell’incontro-dibattito sul tema “La carta dei diritti degli anziani e dei doveri della società e prospettive del Dopo di noi”, che si è svolto nella sala dei Cinquecento della Cittadella dell’Oasi Maria SS, a Troina, si è parlato anche di come la “questione anziana” è affronta nel Piano nazionale di ripresa e resilienza (Pnrr) e di come si manifesta e nelle aree interne e montane nelle quali non solo popolazione diminuisce, ma invecchia a ritmi molto accelerati tanto da fare dubitare sul futuro delle comunità che ci vivono. I demografi avvertono che quando in una comunità gli anziani, quelli di età oltre i 65 anni, incidono nella misura del 30 per cento, quella comunità nell’arco di mezzo secolo è spacciata. L’incontro di domenica a Troina, grazie anche alla relazione introduttiva di ottimo livello di Fabrizio Giunco, direttore Dipartimento Cronicità della Fondazione Don Carlo Gnocchi di Milano e responsabile Area Servizi Sociosanitaria dell’Associazione Religiosa Istituti SocioSanitari (Aris) – Lombardia, e dei qualificati interventi che hanno arricchito il dibattito, si configura come un buon modello di discussione su questioni, come quella anziana, in connessione con quelle delle aree interne e montante, Pnrr e Strategia Nazionale Aree Interna (SNAI). In dettaglio, dove sono i nessi tra questione anziana Pnrr e Snai? I nessi si trovano nelle Missioni 5 – Inclusione e coesione e Missione 6 – Salute. Della Missione 5 – Inclusione e coesione è la Componente 2 – Infrastrutture sociali, famiglie, comunità e terzo settore che prevede investimenti per il sostegno alle persone vulnerabili e la prevenzione dell’istituzionalizzazione, per modelli di autonomia per le persone con disabilità, per la ristrutturazione delle residenze per anziani, per la promozione di soluzioni abitative che permettano agli anziani la vita autonoma nel proprio contesto territoriale anche attraverso il ricorso ad innovative dotazioni territoriali e a servizi domiciliari interati. Chiamati a realizzare questi interventi sono i Comuni singoli o in associazione (Ambiti Sociali Territoriali). Il tutto verrà coordinato dal Ministero del Lavoro e delle Politiche Sociali in collaborazione con le Regioni. Il coinvolgimento del Settore, previsto fra l’altro dall’art 55 del D.leg.vo n. 117 del 2017, è utile. Questa Componente 2 della Missione 5 prevede inoltre investimenti rivolti alle amministrazioni locali del Sud Italia per interventi nuovi o di manutenzione straordinaria di scuole, strutture e residenze sanitaria. La Componente 3 della Missione 5 prevede il rafforzamento della SNAI e il miglioramento delle infrastrutture di servizio delle Aree Zone economiche speciali (Zes). Nei comuni con popolazione inferiore ai 3.000 abitanti è prevista l’istituzione di servizi sanitari di prossimità. Anche la Missione 6 – Salute prevede reti di prossimità, strutture e telemedicina per l’assistenza sanitaria territoriale. Da prendere in seria considerazione da parte dei Comuni distanti dal centri urbani poli di servizi sanitari, sono gli investimenti previsti dalla Componente 1 della Missione 6 per le Case della Comunità, per la presa in carico della persona e come primo luogo di cura, assistenza domiciliare e telemedicina. Sono previsti anche gli ospedali di comunità per ricoveri brevi di pazienti che hanno bisogno di interventi sanitari a media/bassa intensità e per facilitare la transizione dei pazienti dalle strutture ospedaliere per acuti al proprio domicilio. Nel Pnrr è prevista la realizzazione di 1288 Case di Comunità e di 381 Ospedali di Comunità. Ma c’è un problema: una volta costruiti Ospedali e Case di Comunità, c’è bisogno di medici ed infermieri. E di queste figure professionali, che ci vogliono anni per formarle, ce ne sono poche in Italia.
Silvano Privitera