Dallo scavo archeologico della Catena emergono quattro fasi della vita della “vetustissima” Troina

Troina. Si è e conclusa la quarta campagna di scavo nel settore Catena dell’area archeologica condotta da Caterina Ingoglia, docente di metodologia di ricerca archeologica dell’Università di Messina, coadiuvata da Stefano Zurla, dottore di ricerca nella stessa università peloritana. ArcheoTroina è il nome del progetto di ricerca scientifica di archeologia nel quale sono impegnati Ingoglia, Zurla e un gruppo di studenti e neo laureati in archeologia. Il progetto di ricerca è stato elaborato dal Dipartimento di civiltà antiche e moderne dell’Università di Messina in convenzione con l’Assessorato ai beni culturali e dell’identità siciliana. Dal 2017, ogni dalla fine di agosto fino ai primi giorni di ottobre, si svolge la campagna di scavo. Agosto-ottobre è Il periodo migliore per la ricerca archeologica sul campo. Il freddo clima di montagna di Troina rende estremamente problematico aprire un cantiere di scavo in altri mesi dell’anno. Nell’estate-autunno del 2020, per effetto della pandemia da covid 19, non c’è stata la campagna di scavo. Il gruppo di giovani impegnati nello scavo non è sempre lo stesso. Solo alcune sono delle veterane che fanno parte del gruppo dal 2017. Nel gruppo di quest’anno c’erano: Eleonora Cantatore, Clelia Marchese, Chiara Spadaro, Elisa Misiano, Oriana Crasí, Conci Perdichizzi, Domenico Smorto, Claudio Giamboi, Chiara Milone, Cinzia Costanzo, Stefania Fornaro, Angelo Triolo, Giandomenico Facella, Ilaria Sieli, Alessio Greco, Michelangelo La Spina, Giuliana Fichera, Benedetta Giudici, Monica Maugeri, Letizia Manenti, Barbara Bonifacio, Emma Rossi, Federica Varisco, Alessia Sirimarco, Claudia Finocchiaro, Luisa Bianca, Elena Dian, Mattia Catalano, Valerio La Cava. Come ogni anno, anche quest’anno, alla fine della campagna di scavo, nell’auditorium dell’Iiss Ettore Majorana, Ingoglia e Zurla hanno illustrato i risultati della campagna di scavo, che è un work in progress, fino ad oggi conseguiti. La campagna di scavo riprenderà in estate del 2022. All’evento sono intervenuti Fabio Venezia, sindaco del comune di Troina, Rosario Patané, archeologo del Parco archeologico Morgantina e Villa Romana del Casale, e le due giovani archeologhe Eleonora Cantatore e Clelia Marchese. I resti finora riportati alla luce si riferiscono a quattro fasi della vita di Troina. La prima è quella di età ellenistica, la più antica. La seconda è quella è quella di una struttura abitativa tardo-antica, costruita nel IV sec. d. C. con pavimenti in cocciopesto, brutalmente distrutta dai bizantini nell’VIII sec. d. C. La terza fase è quella in cui fu costruita, con i blocchi della preesistente struttura ellenistica, la chiesa bizantina con annesso cimitero. La quarta fase è quella in cui l’area continuò ad essere usata come cimitero e come discarica di materiali di risulta, molto probabilmente proveniente da vicino convento dei carmelitani, fino al XVI sec. d.C., come attestano le ceramiche più recenti.
Silvano Privitera