Q/ LA LIBERA (PRIMA) REPUBBLICA DI ENNA

      • Q/ LA LIBERA (PRIMA) REPUBBLICA DI ENNA

    L’anno del Signore 2021 finisce nel migliore dei modi (Coronavirus permettendo) per il Comune di Enna. O, per essere più precisi, per l’Amministrazione comunale di Enna, che è tutta un’altra cosa.
    Soddisfatti del 107° posto su 107 città capoluogo, conseguito dalla nostra cittadina per la digitalizzazione, gli assessori dissidenti hanno deciso di rientrare e il Sindaco, bontà sua, li accolti nuovamente al loro posto.
    Può sembrare un risultato da poco (l’ultimo posto in Italia, non il rientro di Giovalinda) ma non lo è perché è difficile, in un contesto di nemmeno 30.000 anime, raggiungere la peggiore media aritmetica di 8 indici settoriali: disponibilità online dei servizi pubblici, disponibilità di App di pubblica utilità, integrazione delle piattaforme digitali, utilizzo dei social media, rilascio degli open data, trasparenza, implementazione di reti wifi pubbliche e diffusione di tecnologie di rete.
    In particolare sarà contento l’ex-futuro assessore che si occupava-occuperà della pianificazione urbanistica, che di alcune di queste tecnologie dovrebbe fare lo strumento principale di azione.
    Ma lui era già soddisfatto del lavoro svolto in questi anni, quando, anziché rispondere alle interrogazioni di alcuni consiglieri sul Piano Regolatore Generale, invocò e ottenne il commissariamento del Consiglio Comunale e la sua adozione “di forza”. Il risultato è stato splendido se a distanza di anni di quel Piano siè persa ogni traccia nei meandri regionali, forse imbarazzati dalle tante incongruenze del Piano, lasciando così nel limbo l’intera città. A dire la verità un altro risultato, collegato strettamente al primo (con una fava due piccioni) lo aveva ottenuto: bloccare definitivamente e dichiarare fuori legge, con tanto di proclami di legalità e trasparenza, un progetto dell’Università Kore tanto sostenuto dal Sindaco e dall’Amministrazione che avevano a lungo contrattato di parcheggi e altri benefit per la città (naturalmente).
    Ora la crisi è risolta, per grazia di Dio e Volere del popolo, o solo perché non c’era più dove andare a rifugiarsi. Il Sindaco-Brenno ha messo sulla bilancia la sua spada e tutti i dissidenti, anche di rango inferiore, si sono adeguati e hanno firmato la resa, non vogliamo sapere a quali condizioni (immaginiamo favorevoli).
    Solo in due hanno resistito, forse memori di una precedente abiura, quando sul finire della legislatura passata si erano dimessi con grande fragore, per poi rientrare a sostegno del nuovo-vecchio candidato sindaco. Errare è umano ha pensato bene il buon Gargaglione ma due volte…
    Oltre alla nostra stima e solidarietà, l’attuale presidente del Consiglio Comunale avrà bisogno di qualcos’altro per resistere sul suo scranno anche simbolico (come noi gli auguriamo). Il Sindaco-Brenno ha chiesto infatti le sue dimissioni.
    E qui qualcosa non torna. Anzi è proprio qui il busillis (parliamo ad avvocati e ci capiranno), perché questa crisi è il frutto di un altro guazzabuglio tutto siciliano, che ha stravolto il senso della riforma degli enti locali degli anni ’90, che avevano inaugurato la Seconda Repubblica: la separazione tra le funzioni di amministratore e quelle di consigliere comunale. In silenzio, quatti quatti, lemme lemme, a Palermo hanno ripristinato le vecchie usanze: consiglieri che sono al contempo assessori. Ed ecco perché una crisi come questa si è potuta verificare e allo stesso tempo risolvere, alla maniera della prima Repubblica, appunto.
    Sia chiaro che parliamo di prima repubblica in senso dispregiativo solo per questi aspetti poco chiari del dialogo politico fra istituzioni ma mantenendo il dovuto rispetto per quegli aspetti che la rendevano migliore della seconda.
    Ma la cessata incompatibilità dei ruoli, inopinatamente sancita solo sul suolo isolano, non può comportare, signor Sindaco, anche la cessata autonomia degli organi istituzionali: il Consiglio Comunale è sovrano e indipendente dall’Amministrazione e dal Sindaco, per cui la sua richiesta, a nostro modesto parere è un’ingerenza ingiustificata e una grave caduta di stile.
    A noi poveri nostalgici della democrazia sembra anzi corretto che a guidare l’organo di controllo dell’attività amministrativa del Comune sia un consigliere dell’opposizione.
    Fino a prova contraria.

    Q – G.L. Borghese

    PS – Link, un ricordo, leggi: Enna. L’Avvocato del diavolo

    Q è la quindicesima lettera dell’alfabeto italiano e la diciassettesima di quello latino ed è l’unica lettera che nella nostra lingua non si può leggere da sola, se non accompagnata dalla “u”.
    In questa ottica Q è una lettera “singolare”, nel senso di particolare, unica, e “plurale” nel senso che non può stare da sola.
    Q è pure il titolo di un romanzo scritto da quattro autori sotto lo pseudonimo multiplo di Luther Blisset, e che si definiscono “nucleo di destabilizzatori del senso comune”.
    Q è dunque “plurale” anche in un senso più ampio. Lascerà di volta in volta a voi lettori informatici il compito di completare ed interpretare, secondo la vostra libera scelta o inclinazione politica, le provocazioni che vi verranno proposte dall’autore, un ennese che da lontano ma puntualmente segue, attraverso internet, gli eventi che travagliano questa terra.

    Link di riferimento utili:
    Qualità della vita. Province: Sicilia in fondo classifica, Enna al 92simo posto
    Auto elettriche: Enna maglia nera d’Italia
    Rapporto Città digitali, maglia nera per Enna ultima in Italia