Enna. Inchiodate in bolletta le “partite pregresse”, di balzello in balzello

Enna. Inchiodate in bolletta le “partite pregresse”
di Massimo Greco

Di balzello in balzello, l’azione di tartassamento a danno dei cittadini è una triste realtà in cui si miscelano fisiologici aspetti sottesi al necessario rapporto tra Stato e consociati ed aspetti patologici in cui emergono cronici comportamenti omissivi e negligenti di chi è chiamato ad esercitare funzioni pubbliche. La vicenda delle “partite pregresse”, inserite unilateralmente in bolletta dal gestore del servizio idrico a seguito di una “maldestra” autorizzazione concessa dall’Autorità d’ambito, rappresenta la cartina al tornasole di ciò che da anni denunciamo. Al netto dell’isolata posizione del Sindaco di Calascibetta e di quella (più temeraria) del Sindaco di Agira, gli altri Sindaci dell’Assemblea territoriale idrica (ATI) si ostinano a privilegiare la nota “tecnica dell’annacamento” ed alcuni non hanno nascosto di volere mutuare la più antica “danza della  pioggia” per rimanere in tema. Nel frattempo, il gestore AcquaEnna continua a sostenere, in tutte le sedi, che le “partite pregresse” non sarebbero altro che un riequilibrio dei conti gestionali, cioè dei meri conguagli delle somme spettanti al gestore per il periodo precedente il trasferimento delle competenze all’AEEGSI  nel rispetto del cosiddetto “full cost recovery”, ovvero della copertura integrale dei costi di investimento e di esercizio effettivamente sostenuti dal gestore. A fronte di ciò gli utenti devono ammutolirsi alla predetta imperiosità. Noi, invece, continuiamo ad affermare che il criterio da applicare deve essere quello del “price cap” già utilizzato in altra tipologia di proventi e che consente di evitare il ribaltamento in tariffa di ogni costo sostenuto a piè di lista, azzerando il rischio di impresa, eliminando l’incentivazione a conseguire progressive riduzioni dei costi e, anzi, incentivando comportamenti parassitari.

Sindaco Piazza Armerina Presidente ATI


Peraltro, bisognerebbe ricordare ai nostri Sindaci che la commissione aggiudicatrice del servizio idrico, come confermato dal Tar di Catania con sentenza n. 953/2005, riconobbe in capo al RTI AGAC (oggi AcquaEnna) di avere “…fornito in punto di fatto congrue e coerenti giustificazioni in ordine al valore reale della tariffa media al quinto anno, rispetto alle quali gli esperti nominati dall’amministrazione hanno chiarito come…..dall’esame del Piano di Interventi ed Investimenti proposti dal RTI AGAC, emerge una sostanziale convergenza con quelli previsti nel Piano d’Ambito…”. In sostanza, la società AcquaEnna, che si aggiudicò la concessione del servizio idrico integrato per trenta lunghi anni perché riuscì a dimostrare la convergenza della tariffa individuata con le previsioni del piano d’ambito rispetto all’aleatorietà dell’offerta proposta dall’impresa concorrente,  oggi, rivendicando il “..diritto all’esatta corrispondenza tra i costi, operativi e finanziari, e i ricavi da tariffa…”, pretende il recupero dall’utenza di circa 22 milioni di euro per coprire lo scostamento provocato da quella medesima tariffa con i reali costi dalla stessa sostenuta per assicurare il servizio idrico. Cioè l’esatto contrario di quanto dichiarato in sede di aggiudicazione del servizio.