Conte, l’avvocato del popolo e Robespierre

E finalmente, se ancora ci fossero dubbi, Conte, non contento, ai grillini presenta il conto: “qui comando io”. E per Conte i conti devono obbligatoriamente tornare perché, se fatta la conta (sappiamo che con tutti questi poliptoti ci state guardando strano), i conti non tornano, anche se tornassero in maniera risicata, il nostro avvocato del popolo farebbe un passo indietro. Ecco qui la genesi di una dittatura: perché magari non li chiamiamo “pieni poteri” ma è molto meglio, affabulando come un avvocato azzeccagarbugli, chiamare la “maggioranza ampia”, magari quella plebiscitaria? E poi il caro Conte non solo non si accontenta della maggioranza risicata, ma vorrebbe anche stravolgere gli impegni presi con gli altri Stati facendo il broncio sull’aumento delle spese militari. Vabbè, ma tanto i grillini sui rapporti con la Russia sono sempre alquanto “strani”, basta ricordare quanto disse Biden nel 2017 parlando di una Russia che, addirittura, aiutava il Movimento 5 Stelle. Ovviamente noi non ci esprimiamo ma riportiamo solamente i fatti, fatti inequivocabili su un Conte che sembra sempre più richiamarsi ad un altro celebre avvocato del popolo quale Robespierre il quale permeò la sua politica sulle maggioranze plebiscitarie le quali sono sinonimo di repressione di qualsiasi altra forma contraria. Meno male che non c’è più la ghigliottina e meno male che non c’è più Conte al governo. E sempre memori di chi diceva “il potere logora chi non ce l’ha”, assistiamo con trepidante attesa a questa (speriamo) ultima farsa di un Movimento che ha mostrato di come la mediocrità e l’essere mandati allo sbaraglio nei posti di potere fanno pagare molto cara il conto a tutti gli altri cittadini.
Alain Calò
Foto Dagospia