Sindaci samurai per il Policlinico universitario (parte seconda)

Sindaci samurai per il Policlinico universitario (parte seconda)

di Massimo Greco

La scorsa domenica si sono celebrate a Palermo le finali della “Coppa delle province”, un appuntamento annuale in cui si sfidano le rappresentative giovanili dei tennisti siciliani. In quella occasione le province di Enna e Caltanissetta si sono presentate con un’unica rappresentativa, un’unica bandiera e un unico team di istruttori. I giovani tennisti sono stati sostenuti da un’unica tifoseria formata dai rispettivi genitori. Le dinamiche sportive sembrano avere già superato steccati, diffidenze e gelosie territoriali che, invece, continuano masochisticamente a caratterizzare le politiche dei territori ennesi e nisseni. La vicenda del Policlinico universitario da realizzare al centro della Sicilia è solo l’ultima delle puntate di una patetica sfida tra dirimpettai che oggi è diventata dannosa per entrambi. I drammatici numeri del decremento demografico dovrebbero suggerire un atteggiamento diametralmente opposto, fatto di politiche integrate e differenziate all’insegna di un gioco di squadra tra territori interni e centrali, accomunati dal medesimo (e triste) destino. Inconsapevolezza e inadeguatezza che, del resto, si registra anche tra i Sindaci dei rispettivi territori, sempre più impegnati a realizzare rotonde per traffici veicolari in via di estinzione, per abbellire piazze per soli anziani e per difendere insostenibili strutture ospedaliere. Ogni Sindaco si ostina a guardare solo al proprio Comune, pensando egoisticamente di realizzare la propria oasi, chi per legittime esigenze elettorali, chi per evidente assenza di vision. Sindaci che somigliano sempre più a quei samurai che, impugnando la spada, pensano ancora di combattere una guerra, invero, cessata da molto tempo. Così facendo, i nostri territori, la cui prospettiva è verosimilmente segnata da dinamiche geo-economiche, rischiano di perdere ogni speranza di resilienza. La vicenda del Policlinico potrebbe essere, se solo se ne avesse la consapevolezza, l’occasione storica per intessere concretamente un dialogo tra le due aree interne e centrali della Sicilia con modelli istituzionali innovati e per scongiurare estemporanee e disordinate proposte del Governo regionale. Ma per fare questo necessiterebbe, non poco, recuperare l’autorevolezza perduta del capoluogo di provincia.

link news precedente:

I Sindaci della provincia di Enna incapaci buttino giù la maschera…. prima che sia troppo tardi! (parte prima)