Valguarnera. Il giornalista Rino Caltagirone e i 5 ex consiglieri di opposizione scagionati dall’accusa di diffamazione nei confronti della Sindaca Draià e del presidente del Consiglio Scozzarella

C’è sempre un Giudice a Berlino! Nonostante siano passati tre anni dalla sentenza ed appresa solo adesso, anche questa volta il diritto di critica e di cronaca, per fortuna, viene salvaguardato. Il giornalista Rino Caltagirone e i 5 consiglieri di opposizione dell’ex gruppo politico “L’Altra Voce” hanno saputo del decreto di archiviazione emesso dal GIP del Tribunale di Enna dottor La Placa, dall’accusa di “diffamazione” a mezzo stampa e “concorso nel reato”. Esercitato quindi correttamente il diritto di cronaca e di pensiero da parte del giornalista così come la funzione istituzionale da parte dei consiglieri indagati. L’amara considerazione è che le “querele temerarie” di cui sono vittime molte volte i giornalisti che raccontano quanto accade nel mondo che li circonda e che sono in molti casi costretti a subire cause per diffamazione con richieste di risarcimento basate sul nulla, hanno fatto anche questa volta cilecca. E non è la prima volta da parte di questa compagine amministrativa, considerato che ci sono altri precedenti a carico di altri colleghi, col risultato del buco nell’acqua, di cui andarne fieri. Nel caso specifico il giornalista Rino Caltagirone secondo la ricostruzione fatta dal PM prima e dal GIP dopo, ha raccontato la verità non ledendo diritti altrui, né offendendone la dignità, così come i 5 consiglieri comunali di opposizione hanno esercitato il loro compito istituzionale in modo corretto. La querela nei confronti del giornalista e dei 5 consiglieri di opposizione Giuseppe Speranza, Giuseppe Arcuria, Concetta Dragà, Concetta Forte e Giuseppe Profeta era stata presentata nel luglio del 2016 dall’attuale sindaco di Valguarnera Francesca Draià e dall’attuale presidente del consiglio comunale Enrico Scozzarella. Anzi, per precisione, le querele erano due una a firma del sindaco e l’altra del presidente del consiglio, per due argomenti diversi. La prima datata luglio 2016, con la quale la sindaca sporgeva querela per dei commenti su facebook, ritenuti diffamatori e lesivi della sua reputazione. La querela invece che riguardava il giornalista veniva presentata da Enrico Scozzarella, in merito ad un articolo di stampa pubblicato sulle testate on line “ViviEnna” e “Valguarnera. Com”. L’articolo riprendeva in parte, il contenuto di un’interrogazione consiliare sottoscritta da consiglieri suddetti, nella quale si dichiaravano “offesi, minacciati ed insultati”. Tale inciso veniva considerato dal querelante offensivo della propria reputazione. L’interrogazione, tra l’altro, si riferiva anche a quanto accaduto nella precedente seduta del Consiglio comunale, allorquando il presidente del consiglio decideva di sospendere la seduta per “tumulti in aula”, circostanza, che oltre ad essere riportata dagli indagati, emergeva anche dal verbale del consiglio e riportato correttamente dal giornalista. Per cui scrive il Giudice: “che la notizia di reato deve ritenersi infondata in quanto i fatti contestati risultano coperti dalla scriminante del diritto di critica e di cronaca, di cui sussistono tutti i requisiti e presupposti. Si evidenzia inoltre come l’articolo contestato, aderendo integralmente ai suesposti criteri, si limiti a riportare parte del contenuto oggettivo di un atto presentato da un gruppo politico, durante una seduta consiliare, ed a commentare il suddetto documento senza utilizzare espressioni di per se offensive e senza trascendere in atteggiamenti bellicosi”.