Iniziativa dell’On. Luisa Lantieri a favore delle “aree interne”

Iniziativa dell’On. Luisa Lantieri a favore delle “aree interne”
di Massimo Greco


Tra le norme approvate nei giorni scorsi nella finanziaria regionale, l’Assemblea Regionale Siciliana ha recepito le zone economiche speciali (ZES) già introdotte dallo Stato. In tale contesto si registra l’approvazione di un emendamento dell’On. Luisa Lantieri finalizzato a dare priorità finanziaria alle “aree interne”. L’approvazione di questo emendamento è di estrema importanza e di questo bisogna darne atto alla sua promotrice se non altro perché il termine “area interna”, di cui tanto abbiamo parlato nei mesi scorsi, entra a pieno titolo nell’agenda politica del parlamento siciliano. E tuttavia l’applicazione di questa norma va necessariamente completata con un atto di natura regolamentare che ne stabilisca i parametri. Se infatti per definire “area interna” si utilizzassero i criteri più recenti elaborati dal Dipartimento per le politiche di coesione della Presidenza del Consiglio dei Ministri, in sede di strategia nazionale aree interne (SNAI) tutto il territorio della provincia di Enna sarebbe escluso fatta eccezione per il Comune di Centuripe aggregatosi all’area del Simeto. Se invece si utilizzassero i vecchi criteri contenuti nel decreto presidenziale regionale del 10 marzo 1989, ad usufruirne sarebbero anche quei territori comunali (come Enna e Caltanissetta) che associano la condizione di perifericità geografica a quella di marginalità economica. Le province di Enna e Caltanissetta presentano infatti un territorio in gran parte interno, ad eccezione della propaggine gelese (più del 90% del territorio provinciale è compreso nelle zone interne). I trend demografici delle aree interne di queste due province sono notoriamente critici.
Anche per non vanificare l’iniziativa dell’On. Lantieri, appare evidente che il governo della Regione dovrà individuare nuovi criteri tenendo conto che nei più recenti studi storico-geografici la definizione di “aree interna” fa riferimento non solo alle caratteristiche geografiche e morfologiche ma anche alla marginalità sociale, economica e funzionale dei territori rispetto alla centralità dei grandi e medi agglomerati urbani. A questo non può non aggiungersi il fatto che nell’ordinamento siciliano esiste già, perché mai abrogata, la l. r. n. 26/88, rubricata “Provvedimenti per lo sviluppo delle zone interne” e composta da 14 articoli, che necessita solo di essere finanziata.