Valguarnera. La Nuova DC risponde alla sindaca su sua presunta querela presentata contro i consiglieri Bruno e Speranza

Valguarnera. Le precisazioni dalla sindaca Draià, che la lettera inviata agli organi inquirenti della Provincia, non voleva esplicitarsi in una “querela” nei confronti dei consiglieri di opposizione Giuseppe Speranza ed Angelo Bruno per le loro dichiarazioni durante l’ultima seduta del Consiglio comunale, ma che mirava esclusivamente a sapere se ci fossero ombre sulla sua attività di amministratore, non convincono affatto il direttivo della nuova DC. La nuova formazione politica rappresentata in Consiglio da Filippa Greco, controreplica accusando la sindaca di voler in tutti i modi “reprimere la legittima libertà di parola e di espressione di un consigliere. “Generano stupore le notizie apprese a mezzo stampa del “passo del gambero” fatto dal Sindaco – afferma in un documento la nuova DC –  Lancia la pietra e poi ritira la mano. Quanto da lei affermato al cronista la sua non era una denunzia contro i consiglieri ma un invito alle Autorità competenti a verificare se il suo operato è stato limpido o se ci sono state delle ombre. Ma a leggere il documento così non sembra.  Venga piuttosto a chiarire in Consiglio Comunale. Però, fermo restando l’avvio o meno degli sviluppi della “presunta” querela e sempre per chiarezza istituzionale, gradiremmo sapere se quanto scritto dal Sindaco ha una valenza esclusivamente personale o se viene avvalorata da tutti i componenti della sua Giunta e dai consiglieri che la sostengono; dato importante per capire se gli eventuali esiti giudiziari, ed il loro costo, saranno a carico del Comune e quindi della collettività o personalmente del Sindaco. Ciononostante non possiamo, sia personalmente che come gruppo politico – continua la nota – non esprimere la nostra solidarietà ai colleghi consiglieri Bruno e Speranza. Non vogliamo entrare nel merito delle questioni specifiche che hanno spinto il Sindaco a procedere con un’azione così grave perché se ci sono elementi di verità in quello che loro hanno espresso in sede di Consiglio o al contrario, saranno gli organismi coinvolti a verificarlo se e quando lo riterranno opportuno. Quello che invece riteniamo lesivo per tutti i consiglieri è la modalità con la quale si tenta di reprimere la legittima libertà di parola e di espressione di un Consigliere.  Questa querela, per noi, ha più l’aspetto di un atto intimidatorio per tutti coloro che, consiglieri e non, hanno l”ardire” di esprimere giudizi, pareri e pensieri lesivi contro il Sindaco. Ciò manifesta la sua poca propensione ad accettare le critiche ed a confrontarsi su fatti non chiari e trasparenti che anche solo verbalmente vengono espressi dai consiglieri Comunali. Nessuno sino ad oggi – concludono –  ha messo in dubbio l’onesta della persona; ma corre obbligo ricevere chiarimenti quando vi sono ombre tra la sfera personale e lo svolgimento della carica amministrativa, la trasparenza deve essere pretesa e concessa.  E difatti, non possiamo non ricordare che, proprio per la precedente querela che fece ad alcuni consiglieri del precedente consiglio comunale, la sentenza di archiviazione fu notificata al Sindaco nel 2019 ma non né ha mai fatto menzione né prima né dopo la campagna elettorale che l’ha riportata alla sua rielezione. A nostro avviso questo non è stato un comportamento idilliaco di grande virtù morale e di onestà politica.”
Rino Caltagirone