Sgarbi in visita a Calascibetta: “E’ poesia l’antico villaggio rupestre, la vallata e il bosco che lo circonda”

Calascibetta. Arroccato sulla cima del monte Xibet e circondato da una incantevole vallata ricca di verde, il borgo di Calascibetta sarà rimasto nel cuore del noto critico d’arte Vittorio Sgarbi, che gli aveva messo piede, nel 2017, per ricevere la cittadinanza onoraria e, successivamente, su invito dell’amica Gabriella Capizzi. Allora, durante la breve visita, Sgarbi rimase ammaliato dalla Pala d’Altare del 1610, raffigurante l’Adorazione dei Magi, di Filippo Paladini, che custodisce il Convento dei Cappuccini. Mercoledì scorso Sgarbi, dopo che in mattinata, all’Università Kore di Enna, aveva preso parte al conferimento della laurea magistrale onoris causa allo scrittore francese Michel Houellebecq, nel pomeriggio è voluto ritornare a Calascibetta, per visitare, accompagnato dallo storico d’arte Rosario Benvenuto e dall’assessore al Turismo Mario Colina, la Regia Cappella Palatina, la Necropoli di Realmese a il Villaggio Bizantino. “Interessante l’architettura che arricchisce la Regia Cappella Palatina, dove spicca il tabernacolo marmoreo del Gagini”, sono state le prime parole che il critico d’arte ci ha rilasciato, aggiungendo: “E’ sublime la vallata che circonda la Cappella Palatina, con il monte Altesina punto di incontro dei tre antichi “valli” storici, Val Demone, Val di Noto e Val di Mazara, quando la Sicilia, sino al 1812, era suddivisa geometricamente”. Stregato inoltre dal Villaggio Bizantino, prime tracce abitative riconducibili all’Età del Rame, quando dice: ”E’ poesia l’antichissimo abitato rupestre scavato nella roccia, dove oggi sono evidenti la chiesa, le tombe, i palmenti, e il bosco che lo circonda”. Due ore di visita, durante i quali il critico d’arte si è soffermato anche in piazza Umberto I, “cuore” del paese, facendosi uno scatto fotografico con alcuni ragazzi e complimentandosi con l’amministrazione comunale, per aver trovato un paese pulito e per la funzionalità della monumentale fontana dove ai quattro angoli è rappresentata la storia di Calascibetta. “Non sempre-ci ha spiegato Sgarbi- nei paesi che ho visitato le fontane sono piene d’acqua, diverse sono vuote e piene di rifiuti, qui invece sgorga l’acqua, segno di vita”.
Francesco Librizzi