Enna. Sulla nuova stazione ferroviaria “vai avanti tu che mi vien da ridere”

Enna. Sulla stazione ferroviaria “vai avanti tu che mi vien da ridere

di Massimo Greco


Il seminario di studi che si è svolto ieri all’Università di Kore, con all’ordine del giorno la questione della nuova tratta ferroviaria Palermo-Catania, ha dato copertura scientifica all’assunto secondo cui “autorità” e “autorevolezza” non solo sono concetti diversi ma, spesso, per essere ascoltati è meglio essere autorevoli che essere autorità. Al seminario, in cui erano presenti i vertici di Rete Ferrovie Italiane e di ITALFER, si sono infatti confrontati esperti accademici sulle ipotesi tecnologiche, procedurali e finanziarie in grado di consentire l’integrazione della nuova stazione ferroviaria nella rete urbana di Enna, con riferimento sia alla rete stradale che a quella dei servizi pubblici di mobilità. Quattro sono gli esiti che si possono così sintetizzare. Il primo, che sul progetto elaborato da R.F.I e in corso di appalto in questi giorni, si sarebbe dovuto intervenire nella fase preliminare e non certo dopo 18 mesi nel corso dei quali si sono consumati tutti i passaggi tecnici ed amministrativi richiesti dalla normativa vigente. Il secondo, che la proposta avanzata dal Comune di Enna, oltre ad essere stata formalizzata fuori dai binari della legittimità perché approvata nel contesto di una procedura amministrativa ormai commissariata, non è dotata del requisito della fattibilità tecnica se solo si considera che la linea ferroviaria più bassa al mondo é quella di Gerusalemme e si trova a – 80 mt. a fronte dei 240 mt. di profondità proposti dal Comune di Enna. Il terzo, che non serve a nulla scaricare alle rappresentanze parlamentari responsabilità politico-istituzionali che, invero, ricadono tutte in capo agli enti territoriali di governo che risultano essere stati puntualmente coinvolti in tutte le fasi del complesso processo decisionale. Il quarto, che occorre pensare seriamente ad un’opera sostenibile tecnicamente e finanziariamente che contribuisca alla mobilità dei cittadini, dei turisti e degli studenti da e verso la città capoluogo e il suo entroterra, facendola divenire fattore di sviluppo economico e sociale. In tale contesto politico-istituzionale, in cui ictu oculi a nulla è servito mostrare i muscoli dell’autorità, ci è ritornato in mente il film di Lino Banfi “vai avanti tu che mi vien da ridere”.

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