Nicosia: né gabbo né meraviglia

Né gabbo né meraviglia
Un famoso detto nostrano (che poi tanto nostrano non è e come tutti i detti rappresentano la saggezza popolare universale) dice che delle faccende umane non bisogna farsi “né gabbo né meraviglia”. Anche perché la vita è imprevedibile ed è una ruota che gira. Pensiamo a quello che sta succedendo a Nicosia, ovvero di un cancelliere, che riveste carica politica a Nicosia, indagato ad Enna perché esercitava la professione di avvocato. In paese, ovviamente, la gente mormora e il gioco del “chissà chi è?” si fa molto insistente. E il gioco paesano dell’ “indovina chi?” non è neanche tanto difficile perché a Nicosia gli uomini che rivestono cariche politiche sono una trentina e tra questa trentina quanti sono gli avvocati? E, ancor più, quanti sono i cancellieri? Ma a noi non interessa fare nomi anche per rispetto di chi sta vivendo questa spiacevole situazione nella speranza che tutto si risolva per il meglio. Anche perché il nostro spirito è quello garantista e non il giustizialismo che negli anni ha scritto le peggiori pagine. Però ci resta un po’ di “amaro in bocca” perché questa volta, seppur nel nostro spirito di garantismo non è una mossa che trova il nostro appoggio, ben poco rumore, anzi quasi nulla, è provenuto da chi in nome di chissà quale salute e moralità pubblica nella politica non si sia ancora espresso con qualche proclama dato alla stamperia di turno in cui si chiedono le dimissioni dal ruolo politico dell’indagato. È bello puntare il dito verso gli altri, anzi, rifacendoci al Vangelo, guardare la pagliuzza nell’altrui occhio senza vedere la trave che è presente nel nostro. È bello ergersi a difensore della purezza della politica (che poi se ben vuol farsi politica bisogna essere cinici e non puri). Ma errare è umano e anche gli incorruttibili, vedi l’avvocato Robespierre, finiscono prima o poi ad inciampare. Noi, ripetiamo, speriamo che si risolva tutto per il meglio, però a questo punto un po’ di sano populismo tocca ogni tanto anche a noi fare e perché no: magari ci stanno le dimissioni dai ruoli politici dinnanzi a questa notizia. Anche perché l’esempio che ha sempre caratterizzato la dialettica politica nicosiana, ovvero l’affaire Bonomo, ha visto subito dopo la divulgazione della notizia di indagini, le dimissioni dello stesso Bonomo dalla carica allora ricoperta di assessore.
Chi di giustizialismo ferisce, di giustizialismo perisce.
Alain Calò

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Cancelliere, che riveste carica politica a Nicosia, esercitava la professione di avvocato, indagato ad Enna