A Leonforte in scena “Lì-Ardo, un falò con Filippo Liardo” tra oblio, riscoperta e memoria

Leonforte. È andato in scena lo scorso sabato, nel piazzale antistante la Chiesa di Sant’Antonio”, lo spettacolo “Lì-Ardo un falò per Filippo Liardo” della NCT Il Canovaccio, curato con Parco Sottarco e con la guida degli studenti del ISS E. Medi Vaccalluzzo di Leonforte.
Performance teatrali, attrazioni museali e degustazioni culinarie hanno caratterizzato una rappresentazione immersiva, elegante e formativa su Liardo.
Ma come raccontare l’uomo e l’artista che fu? Come farlo arrivare al pubblico con leggerezza e semplicità? A partire dalla quotidianità: una madre ed un figlio laureando dei giorni nostri che si apprestano a fare un falò insieme e a discutere, inaspettatamente, della tesi di laurea incentrata sul pittore di origini leonfortesi.
“Le sue opere sono sempre diverse, era un vero e proprio reporter. I suoi quadri raccontano sempre una storia” afferma il giovane Gaetano.
Comincia così la rappresentazione a due binari di alcune opere del Liardo che, proiettate sulla facciata della Chiesa vengono contemporaneamente interpretate dagli attori della NCT Il Canovaccio: due uomini incappucciati che confabulano sul ritrovamento di un cadavere che va fatto sparire quanto prima, delle aristocratiche intente a disquisire di arte, spettacolo e vita mondana; e ancora, una madre che piange la separazione dal figlio, o due uomini che, sorseggiando dell’assenzio, discutono animatamente di scrittura e amore. E poi l’opera più famosa: “Sepoltura garibaldina”, con cui si esprime la delusione per il sogno garibaldino ed il lutto per la morte di un soldato.
La rappresentazione per quadri, resa suggestiva da un gioco di luci contro la parete della Chiesa, è arricchita dall’intervento di Gaetano Algozino, che ben descrive la formazione del pittore da Palermo a Parigi ed enucleato le più innovative tecniche pittoriche apprese tra l’8oo ed il ‘900; per poi soffermarsi su alcune opere come: Nevicata a Rocca di Papa, Il circolo dei pattinatori, Il ritratto di dama.
Sul grande artista che fu il Liardo non v’è dunque alcun dubbio, ma su quel che rappresenta oggi? Quale memoria e conoscenza? Od oblio?
A tentare di rispondere a tali interrogativi, un contributo video della compianta Prof.ssa Giovanna Maria che ha offerto un importante excursus storico-istituzionale sul “Fondo Filippo Liardo Comune di Leonforte” che consta di ben 240 opere di cui 133 acquistate negli anni ’80 e 107 negli anni ’90.
Diverse le iniziative culturali avviate nel tempo per farlo conoscere come pittore, a lui è sono dedicate: una scuola ed una via; la stessa Villa Bonsignore fu acquistata anni dal Comune per farvi una pinacoteca.
Eppure, ancora oggi, molti leonfortesi si chiedono chi sia Filippo Liardo.
Difficile rappresentare l’uomo e l’artista, onorarne la memoria senza rinnegare i lunghi momenti di oblio vissuti. Questa la sfida messa in atto dalla NCT Il Cavonaccio perché forte è la coscienza di dover tornare a valorizzare l’essenza di un artista che con la sintesi del tratto ha rappresentato un’idea ed una potenza del mondo forse ancora sconosciuta ai più. Tanto è stato detto sul pittore al gremito pubblico, meno sull’Uomo.
A conclusione della serata, la possibilità per gli spettatori presenti di visitare il “Museo multimediale” su Filippo Liardo ospitato nell’ex carcere del palazzo Branciforti.
Lo spettacolo diretto da Sandro Rossino, ultimo appuntamento della rassegna “Scirocco” all’interno del progetto “Venti di Teatro, ha visto in scena: Giovanna Falzone, Gaetano Livolsi, Sonia Inveninato, Rosario Lo grasso, Sabrina La Ferrara, Silvia Barbera, Paolo Favazza, Sandro Rossino, Loredana Lo Pumo, Stefania Galletta, Floriana Todaro, Alessandro Todario, Alessandra Cordoba, con la partecipazione straordinaria di Gaetano Algozino da Londra e il contributo della prof.ssa Giovanna Maria. Costumi: Nct Il Canovaccio, Marianna Randisi; tecnico audio-luci: Francesco Sanfilippo.

Livia D’Alotto – Ph Sergio Rossino