Enna. Scuola Santa Chiara, educazione motoria obbligatoria senza palestra

Enna. Scuola Santa Chiara, educazione motoria obbligatoria senza palestra
di Massimo Greco

Nei giorni scorsi a qualche buontempone, mio compagno di scuola elementare, è venuto in testa, come spesso capita, di condividere con tutti gli ex compagni di classe una specifica chat su whatsapp. Nella chat, denominata “V° Elementare 1978” sono quindi apparse informazioni, sensazioni, ricordi e foto del periodo. Tra queste ultime, alcune foto scattate sul piazzale interno alla scuola De Amicis, altre all’interno della palestra e altre ancora sul campo di atletica leggera di S. Anna. Sì, perché allora esistevano i “giochi della gioventù” ai quali partecipavano i ragazzi che erano stati selezionati durante le ore di educazione fisica (oggi motoria). Difficile riuscire a spiegare ai miei figli che oggi frequentano, rispettivamente, la IV° e la V° classe della scuola elementare Santa Chiara di Enna perché non esistono più questi giochi sportivi che tanto hanno avvicinato intere generazioni al mondo dell’attività fisica e dello sport. Ancora più difficile è per me dovere loro spiegare che ben 40 anni fa facevamo educazione fisica nel luogo a ciò preposto e cioè nella palestra dell’istituto scolastico. E’ triste dirlo ma nella scuola elementare Santa Chiara le ore di educazione motoria, oggi diventate – ironia della sorte – obbligatorie, si svolgono nell’androne della scuola visto che la palestra, di cui pure dispone l’istituto, è cronicamente chiusa per inagibilità dei relativi locali. E poiché l’edilizia scolastica delle scuole primarie è di competenza comunale, ci piacerebbe sapere dall’Amministrazione Di Pietro, che giustamente ambisce a candidare la città a capitale della cultura, se e quando (anche) la scuola Santa Chiara potrà contare su una palestra in cui i ragazzi potranno “obbligatoriamente” (ma anche con piacere) svolgere le proprie ore di educazione motoria. Nel frattempo anche la generazione, a cui appartengono i miei figli, uscirà incredula dal primo ciclo scolastico, sperando in una sorte migliore durante la prossima frequenza della scuola media. Che dire, non necessariamente occorre ritornare indietro per andare avanti, a volta basterebbe soltanto girarsi!