UIL Enna: Regionalizzare la formazione, l’Istruzione significa la disgregazione della “Nazione”

All’indomani dell’insediamento del governo Meloni,governo di destra con esigue tracce di centro,la Lega ha riproposto, con molto vigore, il tema delle Autonomie Regionali, compreso quello del settore scuola. Le organizzazioni sindacali del comparto scuola hanno lanciato una raccolta di firme per una proposta di legge costituzionale di iniziativa popolare:
“Modifica dell’articolo 116 comma 3 della Costituzione, concernente il riconoscimento alle Regioni di forme e condizioni particolari di autonomia, e dell’art. 117, commi 1, 2 e 3, con l’introduzione di una clausola di supremazia della legge statale, e lo spostamento di alcune materie di potestà legislativa concorrente alla potestà legislativa esclusiva dello Stato”.
Nel documento elaborato dai sindacati si legge quanto segue:
“Tra le bozze già circolanti, leggiamo che si vuole costruire un organico regionale del personale scolastico, si vogliono bandire concorsi regionali, si vuole regionalizzare da subito la Dirigenza scolastica, si vogliono costruire contratti regionali e si vogliono differenziare gli stipendi su base territoriale intervenendo sulla mobilità, sottraendo la materia alla negoziazione sindacale. Si potranno avere docenti regionali e programmi differenziati. Le Regioni potranno fissare ogni anno il fabbisogno occupazionale e di conseguenza indire bandi locali e assumere direttamente il personale scolastico, che sarà dipendente delle Regioni e non dello Stato. A partire dai docenti neoassunti, che potranno diventare automaticamente dipendenti regionali, gli altri saranno incentivati al trasferimento da un aumento di stipendio che potrà essere realizzato grazie all’aumento delle risorse a disposizione delle Regioni, come previsto dai progetti regionalisti“.
Regionalizzare la formazione, l’Istruzione significa la disgregazione della “Nazione”, nel suo significato letterale e sostanziale.
Si vogliono creare diplomati e laureati di prima, seconda, terza categoria e accentuare il divario già in atto tra utenza, competenze e abilità.
Le regioni più ricche avranno scuole attrezzate, tecnologizzate, sperimentali; quelle meno ricche si dovranno accontentare di ciò che c’è senza poter realizzare una scuola moderna e concorrenziale in una Europa che corre a diverse velocità.
Gli stipendi più alti determineranno l’ulteriore spopolamento di regioni già afflitte da questo problema.
L’Italia, oggi più che mai non ha come bisogno prioritario la frammentazione dell’istruzione e della formazione, semmai va incentivata l’inclusione e l’unità nazionale.
Invito cordialmente tutti i cittadini e i docenti interessati a sottoscrivere l’iniziativa popolare di legge costituzionale in cui una volta per tutte si stabilisce che “La formazione, l’Istruzione è materia esclusiva dello Stato”.
Angelo Salamone – RSU UIL Scuola
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