Sta di fatto che basta volgere lo sguardo verso la parrocchia di San Gabriele dell’Addolorata di Nicosia e ci si accorge che, magari, lì si trova quella Chiesa da più parti auspicata. Un esempio è quello degli esercizi spirituali in cui, piuttosto che una noiosa lezione ex cathedra a cui si è abituati, si assiste ad un qualcosa di diverso e più profondo, anche grazie al confronto con voci lontane dal mondo cattolico. Ma è da segnalare anche che una tradizione di questa parrocchia è quella di effettuare una serie di incontri di riflessione aperti a tutti, anche a chi non si professa cattolico. Sono incontri in cui non c’è nessuno che vuole convincere l’altro con la minaccia dell’inferno, ma in cui, attraverso un dibattito permeato dal rispetto, alla fine ci si arricchisce perché, nella moltitudine di pensieri, nello “spettro delle idee”, si riesce ad apprezzare un tema visto da punti diversi. E, nella giornata del 26 gennaio, ad inaugurare questi incontri è stata un’analisi sulla nuova lettera apostolica di Papa Francesco “Desiderio Desideravi”, un atto che quantomeno prova a parole (speriamo anche nei fatti) a creare quasi – espressione nostra – una “Chiesa dal volto umano”. Ma la cosa interessante di tutto questo incontro e che merita certamente di essere qui detto, è stata la presenza del nuovo Vescovo di Nicosia Giuseppe
Il cuore dell’incontro è stato l’intervento del dottore in liturgia Angelo Plumari, il quale ha saputo offrire degli spunti di riflessione interessanti a partire da questa lettera, che ha nelle proprie intenzioni quello di creare un rapporto nuovo e non più distaccato tra Chiesa e popolo a partire dalla liturgia, culmine e inizio della vita del cattolico. In questo incontro è emersa forte la figura di una Chiesa che non deve fare proselitismo fine al rafforzamento di una gerarchia, ma esternare un messaggio attraverso la testimonianza della propria vita, quasi una sorta di “rivoluzione copernicana” in cui finalmente è il bacchettone a dare l’esempio e a non essere, quindi, più bacchettone ma testimone non ipocrita. Una Chiesa non più arroccata ma che si metta in ascolto anche dei lontani. Emblematico, a tal fine, il dibattito che è seguito e che ha raccolto visioni diverse ed esperienze diverse. La speranza è che da questa minoranza possa nascere una nuova Chiesa o quantomeno un nuovo modo di pensare la Chiesa. Ma certamente questo primo passo, assieme agli altri che seguiranno in questi incontri che si terranno ogni giovedì presso i locali della chiesa di San Gabriele, è un buon sospiro di sollievo anche da parte di chi allontanandosi dalla Chiesa non ne vuole più sentire parlare.
Alain Calò