A Nicosia ad alcuni, la memoria corta fa male…

Ci siamo sbellicati dalle risate. Ma, finito il momento di allegria, un senso di tristezza ci ha attanagliato. Aldilà di questi ragionamenti filosofici, veniamo al perché del nostro ridere. La settimana trascorsa abbiamo ricevuto qualche attacco fondato sul nulla, anzi su una bugia e sulla memoria corta. Memoria corta sia a lungo che a breve termine. Andiamo sul lungo termine: per la VI edizione della Casazza, evento certamente encomiabile di Nicosia, facciamo un articolo su una delle tre rappresentazioni. E abbiamo detto che non è l’unica semplicemente esprimendoci in italiano (ancora in arabo antico non ci sappiamo esprimere) nominando le tre scene (dato che abbiamo detto che il percorso di Gesù “da Erode, poi Pilato e infine la morte in croce”) dicendo espressamente che alla compagnia da noi analizzata è stata affidata il giudizio di Pilato (quindi, con una semplice deduzione le altre due scene sono state affidate ad altre compagnie) e che volutamente non ci saremmo soffermati sulle altre scene, demandando ad altri il compito. Quindi, sentirsi dire che l’articolo è “totalmente di parte” o “incompleto” quando siamo stati i primi noi a dichiararlo è la scoperta dell’acqua calda, quasi come dire che noi respiriamo (mi, che scoperta!). Ma siccome quel “totalmente di parte” o “incompleto” è usato come accusa, forse è meglio che qualcuno si vada a fare un bel corso approfondito di logica e lingua italiana. Qualche altro si sta ergendo a paladino della completezza e dell’equità in risposta a noi incompleti ed iniqui. Ed ecco qui la fake news insinuata nella memoria corta, perché molti non ricordano che chi oggi si erge a paladino dell’equità e della completezza, l’anno scorso è stato ripreso da una delle tre compagnie teatrali perché, oggettivamente, non era stato equo e completo con l’aggravante che, a differenza nostra che lo abbiamo dichiarato, si è sempre posto con la superbia di essere equo e completo. Allora brucia essere esclusi! Perché l’anno scorso non vi siete con la stessa veemenza schierati verso un atto di ingiustizia? Forse perché non eravate tra gli esclusi! Peraltro, ripetiamo, noi abbiamo fatto la premessa di considerare appositamente una sola scena. Arriviamo alla memoria corta a breve termine: durante questi giorni leggiamo una dichiarazione di un consigliere del Comune di Nicosia che prende le distanze da scritti di una testata ennese (chissà quale?) che potrebbero essere apparsi a seguito di sue dichiarazioni. In italiano “a seguito” significa che temporalmente una cosa viene dopo di un’altra, quindi gli scritti di questa testata ennese sarebbero state dopo le dichiarazioni del consigliere. Vero che con la teoria della relatività ormai il tempo si è capito essere un’illusione, ma qui non parliamo di fisica quantistica e quindi ci proclamiamo subito veggenti e chiediamo canonizzazione per direttissima dato che, essendo il nostro scritto apparso il 22 marzo e le dichiarazioni del consigliere il 23 marzo e quindi lui segue noi, abbiamo di fatto un miracolo perché abbiamo previsto le dichiarazioni del consigliere e abbiamo fatto uno scritto prima da cui lui ha preso le distanze.




Ma il consigliere è vittima della notizia falsa di questa cronologia presentata da una testata locale che ha di fatto coinvolto non solo il consigliere ma anche dei genitori di ragazzi che sono caduti vittime di questa narrazione forbita di false illazioni e con un artificio retorico palese volto a distrarre l’attenzione da altre problematiche. Lo scritto, che è quello simpatico sulla piantumazione del melograno, ha alla fine detto espressamente che l’atto in sé è “un bel gesto” ma ottimo per un giornalino scolastico e non per una testata che ha sbeffeggiato a suo tempo le nostre scelte editoriali, quali ad esempio la costruzione “artistica” della rotonda alle Crociate e il conferimento di una cittadinanza onoraria, ambedue temi che hanno veramente suscitato l’interesse della collettività. E quindi, passare questa della piantumazione per notizia ha creato, ovviamente, una certa ilarità non solamente per noi ma anche per tanti altri che (stranamente) non sono stati coinvolti nella diatriba. Che a Nicosia, come in tanti altri luoghi, ci sia un assalto al pensiero libero è cosa ormai notoria, e gli inviti ai boicottaggi espressi da una testata ne sono esempio lampante. Ma abbiate il coraggio di affrontarci con la verità, con le prove, con lo spirito critico. Non con le mezze verità. Noi leggiamo le determine dirigenziali e vari altri documenti, e sappiamo bene con chi abbiamo a che fare, non abbiamo bisogno di fare 5000 illazioni (magari facciamo 2500 in acconto e 2500 a saldo). Noi portiamo fatti per dire che qualcosa non funziona, poi se si vuole mal interpretare (volutamente o non volutamente) non sono affari nostri.
Alain Calò