Nicosia. Hub logistico addestrativo: no, caro Presidente, neanche il commercio avrà benefici

Nicosia. Una associazione di Commercianti locale, in mezzo a tutto questo “campo minato” che è la creazione del nuovo hub logistico militare a seguito di firma congiunta dei Sindaci di Nicosia, Sperlinga e Gangi, quella che noi abbiamo simpaticamente definito la “Triplice Alleanza”, ha deciso di schierarsi favorevolmente nella creazione dello stesso. Ovviamente la decisione viene comunicata a chi accetta pure che si dice “gli asini volano” senza controbattere, guardandosi bene dall’esternare tale posizione da chi, con un poco di sale in zucca, obietterebbe che gli asini non volano. Ma vabbè, ognuno decide di comunicare a chi vuole, ma per ogni principio fisico che impone che ad ogni azione corrisponde una reazione uguale e contraria, ad una cosa non corretta si risponde con una cosa corretta, con l’invito di non continuare nell’errore, servizio molto più nobile rispetto a chi raccoglie tutto purchè si facciano visualizzazioni. Ma procediamo per ordine: sulle lezioni di italiano che si vorrebbero dare su cosa significa questo o quel termine, si vorrebbe far notare che un vantaggio ipotetico è solo, utilizzando un termine tecnico, “potenziale” e solo quando, se si ha, si ha diventa “effettivo”. Volendo continuare nel ragionamento del potenziale vantaggio solo sulle ricadute commerciali tolti tutti gli altri aspetti (non si commenta questa scelta, lasciandola ad altri, ma cerchiamo di seguire il filo del ragionamento proposto). Quando una cosa è ipotetica si cerca di raccogliere elementi di confronto (si chiamano “argomenti a favore della tesi”) per comprendere se la potenzialità possa diventare effettiva. Gli elementi di confronto non devono essere delle promesse, delle prospettive o altro (il Gatto e la Volpe avevano promesso a Pinocchio di diventare ricco semplicemente piantando delle monete) ma cercando di verificare, attraverso esperimenti o comunque con il cosiddetto “cimento”, che effettivamente una potenzialità si realizzi (se Pinocchio avesse visto alberi che producono monete poteva dare ragione al Gatto e la Volpe). Ebbene, l’esempio lampante di un siffatto ragionamento è Teulada in Sardegna dove, basta andare su “L’Unione Sarda” e si trova un articolo emblematico “A Teulada i militari non comprano neppure un panino”. E, a differenza dell’hub addestrativo proposto dalla Triplice Alleanza di cui si parla (ancora il numero esatto non si capisce) di un numero che, a essere larghi, sarà forse di qualche centinaio di soldati, dall’articolo il numero dei soldati a Teulada si evince ed è di circa 3000. Quindi, se già 3000 in un altro contesto ma che comunque può essere preso di esempio, non c’è alcun ritorno economico, secondo quale logica dovrebbe esserci il ritorno economico a Nicosia? E poi, obiezione a cui ancora non si è ricevuta risposta da nessuno, se il territorio di Nicosia non è “ceduto” ai militari (così si dice), perché questa ricchezza dovrebbe andare a Nicosia e non a Sperlinga e Gangi che, a ragione, avendo ceduto territorio possono anche avere qualche pretesa in più? Alla luce anche del fatto che, lo sanno tutti, la strada che collega Nicosia-Sperlinga è certamente peggiore rispetto a quella tra Sperlinga e Gangi. Quindi, ricapitolando, la posizione espressa dal presidente di questa Associazione è di essere favorevole ad un aspetto (anche senza considerare altri ben più importanti, ma questo non interessa) che è risaputo non avverarsi concretamente ma che giusto giusto a Nicosia dovrebbe avverarsi non si capisce secondo quale tipo di congiunzione planetaria. Che poi, se c’erano ricadute economiche importanti, perché a Punta Bianca, nell’agrigentino, si sono registrate non poche proteste sulla presenza dei militari lì (anche questo un ottimo metro di confronto)? Ma aldilà di tutto (e non ci vuole qui un esperto di salute) la storia insegna che in un contesto bellico sono questi appostamenti ad essere i primi bersagli (la battaglia di Troina avvenne perché lì si trovavano i soldati dell’Asse, Montecassino fu distrutta perché si presumeva essere un “hub” importante a livello militare dei nazisti). Ancora favorevoli?
E ricordiamoci chi è il primo che vede nel militarismo una forma di ricchezza? Chi produce armi e chi vede nella guerra in Ucraina una fonte di ricchezza perché, appena la guerra finisce, si dovrà ricostruire. Anche così gira l’economia! Anche questa posizione “va rispettata”? Si può anche rispettarla, ma si rispetti anche chi, dinnanzi a tutto ciò, urla “Vergogna”!
Alain Calò