Enna, oltre 40 per cento degli studenti conosce poco l’italiano

Enna, oltre 40 per cento degli studenti conosce poco l’italiano.
Oltre il 40 per cento degli studenti delle V classi degli istituti di istruzione superiore di Enna città ha il 1 livello di competenza in lingua italiana, il livello minimo su una scala da a 1 a 5. La soglia minima di adeguatezza è il livello 3, mentre i livelli 1 e 2 sono livelli di risultati non adeguati. Il livello 4 è il livello buono di risultato. Il livello 5 è il livello molto buono di risultato. Il livello 1 è un livello molto debole che corrispondente ai traguardi di apprendimento in uscita al massimo dalla II classe. Il livello 2 è un risultato debole non in linea con i traguardi di apprendimenti posti a termine dei 5 anni di istruzione superiore. Enna condivide questo primato negativo con Crotone, altro capoluogo di provincia.

Questo dato è il risultato delle prove Invalsi 2022 alle quali sono stati sottoposti gli studenti e le studentesse per misurarne la capacità di leggere e interpretare un testo scritto, comprendendone il significato e alcuni aspetti fondamentali di funzionamento della lingua italiana. Il dato del 40 per cento di studenti delle V classi di Licei, Istituti Tecnici e Professionali che hanno deboli competenze in lingua italiana, non può passare sotto silenzio. Certo, ci sono differenze tra queste scuole secondarie di secondo grado. I risultati sono meno negativi nei licei classici, scientifici e linguistici rispetto ai risultati negli istituti tecnici e professionali.

Ci sono differenze tra gli studenti anche in base al genere e alle condizioni socio-economiche-culturali delle famiglie di appartenenza. Le studentesse padroneggiano la lingua italiana meglio degli studenti. Sono più avvantaggiati gli studenti appartenenti a famiglie che non hanno problemi economici, che in casa hanno una piccola o grande biblioteca, che vanno a cinema e a teatro, che leggono giornali e riviste. La prima considerazione che viene da fare è sul fatto che le deboli competenze in lingua italiana non aiutano all’inclusione e a svolgere il ruolo di cittadino attivo.

Come non ricordare, a tal proposito, quello che sosteneva don Lorenzo Milani di cui ricorre il centenario della nascita? I poveri per potersi difendere e raddrizzare il mondo devono avere la massima padronanza della lingua. Gli studenti di Enna non sono i poveri di cui parlava e conosceva don Milani. Ma è ancora valida la sua insistenza sull’importanza di avere la padronanza della lingua per svolgere un ruolo attivo nella soluzione dei problemi della società in cui si vive. Ed Enna di problemi da risolvere ne ha molti, ed alcuni di non facile soluzione, che richiedono l’impegno di tutte le sue componenti e tra queste in particolare di quella giovanile, che deve avere piena consapevolezza del suo ruolo e di essere culturalmente attrezzata, padroneggiando bene anche la lingua italiana.
Silvano Privitera

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