Troina, pozzetti acque piovane usati come cassonetti rifiuti ingombranti in contrada Marchellì

Troina. A qualche centinaio di metri dal centro abitato, lungo la strada che conduce in contrada Marchellì muovendo dove finisce via Calatafimi e c’è il poliambulatorio, le caditoie nella quali affluiscono le acque piovane sono diventate dei punti di raccolta di rifiuti di ogni genere: pneumatici, bacinelle di plastica, bottiglie di vetro, bastoni di scopa e sacchetti di spazzatura. Se fossero coperte da tombini, queste caditoie verrebbero messe al riparo da chi li utilizza come cassonetti della spazzatura. Non c’è alcun dubbio che, in tal caso, questi non si farebbe scrupolo di abbandonare i rifiuti ai bordi della strada. Un po’ più avanti della caditoia infatti si trovano un frullatore e piatti di plastica. E’ incomprensibile un tale comportamento, se si pensa che a pochi passi dal centro abitato, a Pizzo San Pietro, c’è l’isola ecologia dove questi rifiuti si possono portare senza dover pagare nulla. Mantenere pulite e sgombre di rifiuti ingombranti queste caditoie è indispensabile, se vi vuole prevenire il rischio idraulico idrogeologico. Le abbondanti piogge cadute in questi giorni mettono sotto pressione queste strutture che non ce la fanno a smaltirle riversandole sulla strada. Se poi la zona ad elevata pericolosità geologica e di consolidamento idrogeologico, la cura di queste caditoie deve essere moltiplicata rispetto a quelle che ci sono ai bordi delle strade delle zone meno esposte a questo rischio. A ricordarcelo è lo studio geologico allegato al vigente piano regolatore generale dove c’è scritto che nell’area contrada Soccorso- Arcirù a rischio molto elevato il nubifragio abbattutosi su Troina tra fine di dicembre 1972 e l’inizio di gennaio 1973 innescò un movimento franoso che distrusse 27 abitazioni. E’ la strada di penetrazione agricola di contrada Marchellì inizia nel punto in cui finisce via Calatafimi nel quartiere dove 50 anni fa si verificò quel disastroso evento.
Silvano Privitera