Troina. Super mamma bussa a tutte le porte per ricevere la speranza di una cura che aiuti il proprio bambino di 5 anni

“Vorrei poter godere dei piccoli traguardi che le terapie rendono raggiungibili, senza dover subire i continui rimproveri della gente per il comportamento di mio figlio, forse non sanno che lui è autistico”.

Protagonista della storia è Federica Manto, una giovane donna di 34 anni, che vive a Troina. Sposata, madre di due figli, di cui Mathias, 5 anni, con ADHD spettro, comunemente definito autismo.

“Mi sono accorta che mio figlio era diverso dagli altri bambini quando aveva due anni, racconta la madre. Spesso non rispondeva quando lo chiamavo e restava indietro rispetto ai progressi degli altri bambini, sia nei movimenti, che nel linguaggio. Così l’ho sottoposto ad una visita foniatrica all’Oasi di Troina, centro di eccellenza nella diagnosi e cura del ritardo mentale. Qui mi hanno proposto un ricovero, per approfondire le cause di quelle problematiche. La diagnosi è stata: disturbo multisistemico dello sviluppo”.

È questo il preciso istante in cui una mamma, seppur speciale, indossa i panni di una super mamma, e comincia a bussare a tutte le porte per ricevere la speranza di una cura che aiuti il proprio bambino.

“Ho fatto diversi training all’Oasi, spiega Federica, dove ho conosciuto professionisti preparati, che svolgono con amore il proprio lavoro, come Daniela La Barbera. Sono stata al Gaslini di Genova e in altre strutture che si occupano di questa patologia. Sono arrivata anche al punto di pensare ad un ricovero permanente, ma i medici lo hanno sconsigliato, perché Mathias potrebbe peggiorare”.

Non è semplice accettare che il proprio figlio sia “diverso”, ma lo sconforto che nasce nelle mamme con figli che hanno una patologia come quella di Mathias, non è dovuto alla quotidiana routine, con cui, per amore, si impara a convivere, ma nella lotta contro l’insensibilità di un mondo che pensa di essere all’avanguardia, capace di travalicare i confini, correndo in aiuto di chi soffre a distanza, senza accorgersi di chi gli sta accanto.

“Cerco in tutti i modi di rendere la vita di mio figlio normale, spiega Federica, ma non è semplice. A scuola, in ludoteca o al parco, può capitare che mio figlio, infastidito da qualcosa, metta in mostra un comportamento ‘eccessivo’ rispetto ad altri bambini. Spesso vengo rimproverata, forse pensano che io non sappia essere una buona madre, ma Mathias vive in un mondo suo e non è semplice il mio compito”.

Quello che Federica denuncia, mettendoci la faccia, è la solitudine in cui tante mamme come lei si ritrovano a vivere, mentre andrebbero comprese e aiutate. Da tre anni combatte una doppia battaglia, da una parte lotta con e per Mathias, dall’altra per educare alla diversità.

“Sceglierei Mathias altre mille volte, racconta Federica. Lui non è un peso. È grazie a lui che ho imparato ad essere forte e ad affrontare la vita. È lui che mi ha insegnato a riconoscere cos’è davvero importante e a mettere da parte le banalità. Mathias è un bambino dolcissimo e protettivo. Gli ho spiegato che le femminucce vanno protette, e da allora non fa altro”.

Il suo raccontarsi è una richiesta d’aiuto, per lei e per le madri come lei, ma anche un modo per accettare la diversità ed imparare a conviverci, basta coglierne il lato positivo.

Sandra La Fico