Elezioni nelle ex Province, “vanno fatte subito” sentenzia la Corte costituzionale

“Tanto va la gatta al lardo che ci lascia lo zampino” dice un vecchio detto. Protagonista, questa volta, è il legislatore siciliano che, per la verità, lo zampino nel lardo lo lascia spesso.

La Corte suprema contro i rinvii

Ad accorgersene è stata la Corte costituzionale che ha dichiarato incompatibile con la Costituzione il continuo rinvio delle elezioni dei Consigli metropolitani e dei Presidenti dei liberi Consorzi comunali, che in Sicilia hanno sostituito le soppresse Province regionali.

Il Giudice delle leggi, con la sentenza n. 136 appena depositata, nel dichiarare l’illegittimità costituzionale di una delle ultime leggi regionali che rinviava di un ulteriore anno l’elezione di tali organi e di conseguenza autorizzato la proroga dei Commissari straordinari dalla Regione nominati nel lontano 2015, ha affermato che il legislatore regionale ha di fatto impedito la costituzione degli enti di area vasta in Sicilia, così violando gli articoli 3, 5 e 114 della Costituzione.

Elezioni senza ulteriori ritardi

La Corte ha concluso che “a tale situazione deve essere posto rimedio senza ulteriori ritardi, attraverso il tempestivo svolgimento delle elezioni dei Presidenti dei liberi Consorzi comunali e dei Consigli metropolitani, affinché anche in Sicilia gli enti intermedi siano istituiti e dotati dell’autonomia loro costituzionalmente garantita, e si ponga fine alla più volte prorogata gestione commissariale”.

Questa sentenza, che ovviamente attendevamo anche per conciliarla con l’annunciata idea di contro-riforma, ha il merito di sanzionare il comportamento schizzofrenico del legislatore siciliano, sempre più proteso a cristallizzare la rappresentazione estetica della lentezza, dell’inefficienza e del disordine istituzionale in un settore che, al contrario, avrebbe richiesto ben altro tipo di risposte politiche.

Massimo Greco