Caso Scozzarella, si torna in aula per votare sulla sfiducia

Tranne colpi di scena dell’ultimo momento, domani 18 luglio alle ore 18, si procederà alla votazione della mozione di sfiducia nei confronti del presidente del Consiglio Enrico Scozzarella. A seguire, qualora passasse, l’elezione del nuovo presidente e del vice presidente, dimissionario da parecchi mesi. La precedente riunione fissata per lunedì 5 luglio, come è noto è saltata per un lutto familiare che ha colpito uno dei 7 firmatari della mozione, Carlo Biuso.

Le posizioni in campo

Al momento le posizioni in campo restano immutate, non si sono in pratica, spostate rispetto ad una settimana scorsa di una virgola. Mozione che come si ricorderà era stata presentata il mese scorso da 7 consiglieri appartenenti ai gruppi di maggioranza ed opposizione che ricordiamo sono: Filippa Greco, Filippa D’Angelo, Angelo Bruno, Giuseppe Speranza, Luca Bonanno, Carlo Biuso, Enrico Capuano, quest’ultimo esponente di spicco della maggioranza, che ha apposto la propria firma sul documento dopo essere venuto meno con Scozzarella a quel patto di inizio di legislatura che prevedeva a
metà della stessa l’alternanza sullo scranno più alto del Consiglio.

“Scozzarella è venuto meno al patto”

“Ci eravamo stretti la mano come si fa tra galantuomini, alla presenza di tutti gli altri componenti di maggioranza, ma Scozzarella è venuto meno al patto. E per me la parola data va più di qualsiasi carica.” è quello che continua a ripetere a chi gli chiede, il consigliere. Tanto da indurlo nel mese di maggio alle dimissioni da vicepresidente. Ed a proposito di quest’ultima carica i 7 consiglieri tengono pure ad addebitare a Scozzarella di non aver indetto a tempo debito l’elezione del nuovo vicepresidente, carica che a tutt’oggi è scoperta e che è stata posta all’ordine del giorno proprio in questa seduta. Il dilemma comunque sull’esito della mozione rimane sempre lo stesso: occorrerà la maggioranza dei presenti, come prevede lo Statuto ovverossia 7/12 o piuttosto la maggioranza assoluta 8/12 come prevede la Legge regionale 35 del 15 settembre 97 ribadita dall’art. 10 del 5 aprile 2011? Secondo i 7 firmatari che nel frattempo hanno consultato studiosi della materia basta la maggioranza relativa, secondo altri invece va applicata nel caso specifico la legge regionale anche quando non è stato aggiornato lo statuto, così come nel caso di Valguarnera. Toccherà comunque al segretario comunale ad inizio di trattazione del punto esprimersi in merito. I motivi che hanno indotto i 7 consiglieri a presentare la mozione di sfiducia sono noti: inadeguatezza, arroganza, divisivo, non imparziale.

Per Angelo Bruno che risponde ad un post a chi gli chiede “Enrico Scozzarella si sarebbe già dovuto dimettere al momento della presentazione della mozione, perché un presidente che di fatto non ha
più la fiducia della maggioranza dei consiglieri comunali e non riesce neppure a stimolare entusiasmo in quei pochi che restano, avrebbe dovuto riflettere sull’opportunità di continuare questa imbarazzante
scena.

La posizione della Dc

Sulla stessa solfa la collega della DC Filippa Greco: “Mi dispiace vedere che in politica delle persone che vogliono a tutti i costi restare attaccati alla poltrona senza rendersi conto che sarebbe molto più elegante arrendersi all’evidenza.”

Il caso della denuncia

Posizione poi aggravatasi nei giorni scorsi dalla denuncia presentata nei suoi confronti da una docente valguarnerese per un danno arrecato al cancello dell’abitazione di campagna. Scozzerella di rimando nell’intervista concessaci aveva ribadito che su di lui sono in corso solo menzogne e falsità e che per meri calcoli politici è diventato il capro espiatorio della situazione.

Lo scenario

Quali sono le ipotesi in campo nella seduta di domani?: Scozzarella potrebbe dimettersi subito dopo la discussione e prima di porre il punto al voto; accettare la sfida, rischiando però che ai 7 dissenzienti potrebbe aggiungersene qualche altro della sua stessa maggioranza; rimanere in carica qualora non dovesse passare; passare la mano qualora ne dovesse uscire sconfitto. In questo caso si andrebbe ad eleggere il nuovo presidente che dovrebbe essere a questo punto di pertinenza dell’opposizione. Chi allora dei 7 firmatari? “Il problema -hanno fatto sapere a più riprese- non esiste, l’accordo lo troveremo subito dopo, ognuno di noi è capace di andare a ricoprire quella carica”.

Qualora invece dovesse rimanere tutto inalterato si porrebbero seri problemi che sono quelli di sempre. Ed allora? Si rischierebbe di continuare ancora con quel clima di veleni, contumelie, accuse, controaccuse,
ripicche, che ormai vanno in scena da tempo. A chi gioverebbe? Non certo alla serenità del Consiglio stesso; non certo ad una attenta e scrupolosa valutazione degli atti che dovranno essere discussi ed
approvati e sicuramente non certo alla stessa amministrazione comunale la cui azione amministrativa dipende in gran parte dagli atti prodotti dal consiglio comunale. Si ricorda che prossimamente dovranno
passare dal consiglio atti come il rendiconto consuntivo, il piano pluriennale delle opere pubbliche ed il bilancio pluriennale 2023-2025. Atti importantissimi per l’attività amministrativa.


Rino Caltagirone