Nuovo Prg dopo 34 anni ma non c’è posto per la Città universitaria

Nell’ultima seduta del Consiglio comunale ennese si è registrato un importante adempimento amministrativo per il futuro della città. L’organo consiliare, all’unanimità, ha preso atto delle ultime modifiche apportate al nuovo piano regolatore generale determinandone l’approvazione definitiva.

La scadenza

Il Comune di Enna si è dotato dello strumento di pianificazione nel 1976, approvandolo definitivamente nel 1979. Scaduto nel 1989, la revisione del PRG ha iniziato un lungo iter durato ben 34 anni. Meglio tardi che mai e in tal senso non nasconde la propria soddisfazione il Presidente del Consiglio comunale Poalo
Gargaglione per il quale “si chiude una lunga vicenda amministrativa e si apre un nuovo corso che porterà solo bene alla città, sia per quanto riguarda le opere pubbliche che per quelle private”. In effetti è un bene che si sia concluso questo lungo iter, visto che il passaggio consumato dal Consiglio comunale conserva una doppia valenza. Rappresenta la fine di un percorso e contestualmente l’inizio di un altro. Già perché le direttive programmatiche e pianificatorie che il Consiglio comunale consegnò al professionista
incaricato risalgono al maggio 1993 e quindi ad un periodo in cui la “Città universitaria” dimorava soltanto nei pensieri di qualche sognatore (agli atti risultano interventi in tale direzione del veterano Presidente della Provincia regionale Gino Curcio).

Revisione per la Città universitaria

Oggi, apprendiamo con soddisfazione che la “Città universitaria” sia entrata nell’agenda della
forze politiche e sociali e privilegiata anche dai dibattiti consumati nei social forum dai comuni cittadini. Per la verità, il tema della “Città universitaria”, su cui abbiamo consumato secchi d’inchiostro digitale in questi anni, è stato scoperto da alcuni solo il mese scorso allorquando si è diffusa la notizia degli acquisti immobiliari fatti dall’Università Kore e dall’Università Dunarea de Jos. Fino a quel momento si è preferito saltellare tra una fantasiosa “Città turistica” e un’improbabile “Città culturale”. Appare quindi evidente che
l’approvazione del nuovo PRG dovrà subire una revisione urgente coerente con la sopravvenuta vocazione della città, nella speranza che i tempi di approvazione non siano gli stessi.

Massimo Greco