Lo scontro a Valguarnera tra Draià e Speranza finisce in Procura

La querelle tra il consigliere del PD Giuseppe Speranza e la sindaca Francesca Draià va a finire sul tavolo del Procuratore della Repubblica di Enna.

Lo scontro sulla gestione del Comune

La sindaca, in un documento, ha chiesto di essere sentita in merito alle dichiarazioni pubblicate nei giorni scorsi su giornali online dal consigliere del PD. Speranza, attraverso un comunicato, aveva insinuato dei casi di parentopoli che avrebbero favorito parenti della Draià, oltre a sollevare dei dubbi sulla gestione del Comune.

Draià vuole essere sentita dai pm

La sindaca, dopo aver replicato al consigliere attraverso un video messaggio sulla sua pagina social, smentendo la tesi del consigliere del Pd, ha deciso scrivere alla Procura della Repubblica di Enna, ai carabinieri di Valguarnera, alla questura e al commissariato di Piazza Armerina manifestando la disponibilità ad essere sentita sin da subito.

“ Per come ho sempre agito- scrive la sindaca- quanto dichiarato dal consigliere non corrisponde al vero e manifesto sin da ora la mia disponibilità ad essere sentita per qualsiasi cosa. I consiglieri sono dei pubblici ufficiali che hanno il dovere di denunciare nelle sedi opportune azioni poco chiare soprattutto nella sfera della pubblica amministrazione”.

Il documento della sindaca

Draià tiene a rimarcare a chiare lettere che si è andati ben oltre la diatriba politica: “una cosa -continua- è rimanere nella sfera della dialettica e diatriba politica, altra cosa è dichiarare che il sindaco all’ombra del nostro Ente, tutto passa dalle sue mani; che intrattiene rapporti poco chiari con aziende che forniscono servizi per conto dell’Ente; che gestisce appalti, conferisce incarichi; che proclama una gestione trasparente ma pratica una gestione tra-parenti. Dichiarazioni che ritengo di una gravità inaudita e mi
chiedo se si è sicuri di quel che afferma, perché non presenta regolare denuncia. Io da parte mia sono abituata a denunciare chi agisce senza rispettare la legge.”

Rino Caltagirone