Il Comune di Enna abdica e si definisce “già capoluogo di provincia”

La prossima settimana ci recheremo al Comune di Enna per scoprire l’autore della dicitura riportata nella tabellonistica sparsa per la città di Enna. Ci incuriosisce non poco sapere dal diretto interessato il significato dell’espressione “Già capoluogo di provincia più alto d’Italia”.

Ora, poiché l’avverbio “già” premesso a una denominazione o a una qualifica, equivale a “ex, in passato, in precedenza” vorremmo conoscere quale delle due qualifiche ha perduto la città di Enna. Non è più capoluogo di provincia o non è più il capoluogo più alto d’Italia?

Poichè ci sentiamo di escludere la seconda ipotesi, percorribile solo attraverso importanti movimenti tellurici da era glaciale, ci pare di capire che il nostro ignoto autore abbia prefigurato in capo al Comune di Enna la perdita dello status di capoluogo di provincia. Sic stantibus rebus, ne andrebbe evidenziata la capacità profetica alla luce di ciò che si sta verificando e consolidando.

Il capoluogo di provincia

In linea con l’evoluzione dottrinaria d’interpretazione dei principi costituzionali circa l’ordinamento degli enti locali e l’attuazione dello stato sociale, le componenti essenziali del territorio e di polo di direzione (che comporta anche l’individuazione fisica del centro operativo), il capoluogo di provincia ha la fondamentale responsabilità istituzionale di orientare lo sviluppo economico-sociale delle comunità locali di rispettiva giurisdizione, attraverso la formazione ed attuazione della programmazione locale e regionale, la razionale organizzazione delle strutture dei servizi e l’attuazione del decentramento
regionale e statale.

Gli strappi

A seguito della rocambolesca riforma degli enti di area vasta, ancora oggi inceppata da una politica inadeguata, il territorio della provincia di Enna ha subito quattro importati strappi. Con il primo, il Comune di Centuripe si aggrega solitariamente al progetto dell’Area interna Simeto-Etna (SNAI) a vocazione catanase. Con il secondo, i Comuni di Agira, Assoro, Calascibetta, Catenanuova, Cerami, Gagliano Castelferrato, Leonforte, Nicosia, Nissoria, Regalbuto, Sperlinga e Valguarnera Caropepe,
trainati da quello di Troina, hanno costituito l’Unione dell’Area interna per aderire alla SNAI. Con il terzo, i Comuni di Aidone, Barrafranca, Camastra, Campobello di Licata, Canicattì, Castrofilippo, Grotte, Licata, Mazzarino, Naro, Palma di Montechiaro, Piazza Armerina, Pietraperzia, Racalmuto, Ravanusa e Riesi hanno
promosso un’intesa finalizzata a promuovere una strategia comune e un’aggregazione territoriale per l’attuazione della politica unitaria di coesione del FESR 2021-2027.

L’area urbana con i Comuni nisseni

Ma è il quarto strappo quello che finisce inevitabilmente per concretizzare la profezia del nostro ignoto autore. Il Comune di Enna, “Già capoluogo di provincia più alto d’Italia”, ha costituito l’Area urbana funzionale della Sicilia centrale con i Comuni di Caltanissetta, Delia, San Cataldo, Santa Caterina Villarmosa, Serradifalco e Sommatino.