Caso Scozzarella, la Regione non “sfiducia” il presidente

Per il dipartimento Autonomie Locali della Regione Siciliana, al quale nei primi di ottobre la consigliera comunale Filippa D’Angelo aveva chiesto un parere sulla votazione del Consiglio comunale attinente la
mozione di revoca del presidente del consiglio Enrico Scozzarella, quella seduta è da considerarsi nulla, non può produrre effetti giuridici. La motivazione del dipartimento è quella seduta del 18 luglio scorso non può essere ritenuta valida in quando passata ai voti secondo le disposizioni dello Statuto Comunale e non secondo la legge 35 del 1997, di rango superiore.

Il parere della Regione

Secondo il parere della Regione quindi è tutto da rifare ed è come se nulla fosse avvenuto. Scozzarella
quindi rimane in sella. La mozione qualora dovesse essere ripresentata deve rispettare la norma vigente, ovverossia la legge regionale 35 del 97 modificata dall’art. 10 della legge regionale 5 aprile del 2011, che
ribadisce la disposizione precedente, aggiungendo l’obbligo da parte dei Comuni di adeguare gli Statuti alle norme vigenti. Un particolare però importante che il dipartimento tiene a sottolineare è che quanto
espresso è solo un parere non vincolante, il merito della questione spetta a deciderlo al Tar verso il quale si può ricorrere entro 60 giorni o alternativamente al Presidente della Regione siciliana entro 120
giorni.

Il Dipartimento Enti locali quello che tiene a sottolineare maggiormente è che “in mancanza del prescritto adeguamento dello Statuto comunale, nell’ipotesi di adozione della mozione e revoca del
Presidente del Consiglio comunale, per la sua efficacia risulta necessaria la favorevole maggioranza qualificata dei consiglieri comunali, nell’osservanza del disposto di cui all’art. 11, comma 1 e 2,
della citata legge regionale il cui dettato risulta essere di rango superiore rispetto alla previsione statutaria non adeguata alle nuove disposizioni.”

La vicenda si tinge di giallo

Quindi per passare la mozione occorrono almeno 8 voti. Ma la questione sembra non avere un fine e si tinge di giallo. I 7 consiglieri che hanno firmato la mozione di sfiducia sostengono che il parere del Dipartimento comunicato e letto dal Prefetto in loro presenza, in occasione dell’ultimo incontro era di tutt’altro tenore, tanto da richiedere a Sua Eccellenza un nuovo incontro per avere chiarimenti. Il dubbio in loro è che l’Assessorato abbia fornito due pareri l’uno diverso dall’altro, come se fossero stati espressi da funzionari diversi.

La nota dei consiglieri

Questo, il contenuto della nota inviataci dai consiglieri Biuso, Bruno, Bonanno, Capuano, Greco, D’Angelo,
Speranza. “Prendiamo atto che il parere inviatoci dalla Regione Siciliana è in netto contrasto con il parere che ci è stato comunicato verbalmente da Sua Eccellenza il Prefetto. Per questa ragione nelle prossime ore formalizzeremo una richiesta di incontro a sua Eccellenza il Prefetto perché il parere inviatoci dall’Assessorato alle autonomie locali non chiarisce per nulla la vicenda ed è in netto contrasto con quanto riferito nell’incontro avvenuto in prefettura. Ad oggi non siamo messi nelle condizioni di poter esercitare il nostro ruolo istituzionale, perché esiste l’evidente rischio che le delibere di consiglio comunale non producano effetti in quanto nulle.”


Rino Caltagirone

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