Migranti in fuga da guerra, apre ambulatorio di Etnopsichiatria

Avviato dall’Azienda sanitaria provinciale di Enna, insieme al Consorzio umana solidarietà e la cooperativa “il Melograno”, il servizio di Etnopsichiatria e azioni a supporto, rivolto in particolare ai profughi in fuga dalle guerre (nuclei familiari, donne e bambini). Il servizio è il primo dei tre servizi previsti nell’ambito della Missione 5 “Servizi e Infrastrutture sociali di Comunità” del Piano Nazionale Ripresa e Resilienza (PNRR).

La formazione

L’avvio, preceduto da una formazione specialistica dell’equipe impegnata in queste attività sociali, consentirà al Centro di salute mentale dell’ASP di Enna di avere un ulteriore supporto per il trattamento dell’Etnopsichiatria attraverso l’apertura dell’ambulatorio di Etnopsichiatria, sito nella città di  Enna, alla Via Diana n.1.

Gli orari dell’ambulatorio

L’ambulatorio sarà aperto da lunedì a giovedì dalle ore 8:30 alle ore 14:30 e il martedì anche di pomeriggio dalle ore 14:30 alle ore  7:00.  Attraverso l’ambulatorio, infatti, il servizio di Etnopsichiatria prevede un’attività di valutazione, una di consulenza, una di certificazione e l’eventuale assunzione in cura, per affrontare i disagi mentali dei migranti  a fronte dei traumi patiti per i difficoltosi percorsi migratori (guerre, situazioni estreme, torture ed eventi tragici).

I disturbi

La guerra può causare una vasta gamma di disturbi nel campo della salute mentale. Innanzitutto, il disturbo da stress post-traumatico (PTSD) che si verifica dopo un’esperienza traumatica e può essere scatenato da eventi come combattimenti, attentati, violenza sessuale o torture. I sintomi includono ricordi intrusivi, evitamento di stimoli associati al trauma, iperattivazione e cambiamenti negativi nel pensiero e nell’umore.

Gli altri effetti sono la depressione: la guerra può causare una grave sensazione di tristezza, perdita di interesse nelle attività quotidiane, disturbi del sonno, cambiamenti nell’appetito, sentimenti di colpa o indegnità e pensieri suicidi. Ed ancora, l’ansia che può manifestarsi come attacchi di panico, preoccupazioni costanti, difficoltà a rilassarsi, tensione muscolare, problemi di concentrazione e disturbi del sonno; disturbo dell’adattamento: dopo l’esposizione a eventi traumatici durante la guerra, alcune persone possono avere difficoltà ad adattarsi al ritorno alla vita normale.

Ciò può manifestarsi attraverso sintomi di ansia, depressione, difficoltà di controllo degli impulsi o problemi di relazione; disturbo da stress acuto, simile al disturbo da stress post-traumatico, ma i sintomi si manifestano per un periodo di tempo più breve, generalmente entro un mese dall’evento traumatico.