Mafia a Leonforte, ecco chi sono i condannati e gli affari della cosca

Sono Francesco Trovato, 31 anni, ed Umberto Pirronitto, 48 anni, entrambi di Leonforte, i due uomini tratti in arresto dalla polizia che gli hanno notificato il provvedimento della Corte di Appello di Caltanissetta per scontare la loro condanna definitiva.

Le condanne

Il 31enne ha rimediato una pena pari a 6 anni e 4 mesi, l’altro, invece, 3 anni, un mese e 10 giorni: sono accusati di estorsione, rapina e spaccio di sostanze stupefacenti aggravati dal metodo mafioso.

Operazione Caput silente

I due furono coinvolti, insieme ad altre persone, nell’operazione dell’aprile del 2021, denominata Caput silente, che era la prosecuzione di un’altra, risalente al 2014, nota come Homo Novus, culminata con altri arresti nei confronti di una nuova famiglia di Leonforte, che, secondo gli inquirenti, avrebbe fatto capo a Giovanni Fiorenza.

Nell’inchiesta, sarebbe emerso che i figli di Fiorenza, nonostante fossero in carcere, avrebbero diretto il gruppo mafioso, dando delle indicazioni ed ordini che, sarebbero arrivati all’esterno.

I danni a imprenditori e poliziotti

Nella tesi degli inquirenti, per dare un messaggio agli imprenditori della locale associazione antiracket e a due poliziotti, in servizio al commissariato di Leonforte, i “picciotti” della cosca avrebbero tagliato le gomme delle auto o inciso con un chiodo o altro un crocifisso sulla carrozzeria delle macchine.

Ad un imprenditore, inoltre, sarebbero stati recapitati due proiettili, chiusi in una busta da lettera, con dentro una richiesta di denaro. “Le attività criminali sono state intraprese in nome e per conto della “famiglia”, sia nel settore del traffico degli stupefacenti sia nel settore delle estorsioni” spiegavano gli investigatori nelle ore successive all’operazione Caput silente.

Il pizzo

Ad altri imprenditori e commercianti, il sodalizio avrebbe abbassato i “prezzi”, allo scopo di favorire il pagamento della tangente e soprattutto di allargare la platea della vittime

Le aree di influenza: Assoro e Leonforte

Nell’ipotesi della Dda di Caltanissetta e della polizia di Enna, il sodalizio criminale avrebbe avuto come aree di influenza Leonforte ed Assoro dove avrebbe imposto, in regime di monopolio, il pizzo ed il traffico di droga. Gli inquirenti, grazie alle indagini, avrebbero sventato un omicidio ai danni di un presunto pusher che avrebbe voluto rompere il monopolio del gruppo.

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