Parco Floristella incenerito, il polmone ennese è abbandonato

“Se vogliamo che tutto rimanga com’è, bisogna che tutto cambi”. Non c’è migliore aforisma di quanto scritto da Tomasi di Lampedusa nel suo celebre “Gattopardo” per descrivere al meglio l’Ente Parco Miniera Floristella dopo la devastazione per l’incendio doloso del 24- 25 luglio scorso.

Il danno ambientale

Oltre 300 ettari di bosco andati in fumo, che hanno lasciato in dote solo cenere e disperazione. Dopo quattro mesi ancora nessun intervento, le promesse in pompa magna fatte subito dopo, sono rimaste
lettera morta. A nulla sono serviti i gridi d’allarme lanciati da varie associazioni locali, da sportivi, ambientalisti e dalla stessa cittadinanza. E non c’è maggior sordo di chi non vuole sentire. Le governance intanto parcellizzate dalla politica si alternano periodicamente e nonostante i musicanti cambiano la musica rimane sempre la stessa. E’ noto a tutti che l’Ente Parco Floristella non è un sito minerario qualsiasi, ma rappresenta uno dei più maestosi musei minerari a cielo aperto d’Italia, con al centro il bellissimo palazzo Pennisi. E dire che sino a quando era fruibile è stato sempre meta di sportivi per lo jogging mattutino, di allievi di varie scuole e di turisti soprattutto domenicali.

Le gare clandestine di jeep

Oltre al danno ambientale, pure la beffa delle scorribande di jeep che, nei mesi scorsi, hanno attraversato l’interno del Parco di Floristella.

L’interpellanza alla Regione

Il mese scorso il gruppo parlamentare di Sala D’Ercole, primo firmatario Fabio Venezia ha presentato una interpellanza al Presidente della Regione ed all’Assessore ai Beni Culturali affinché venisse stanziata urgentemente una somma per riparare i danni. L’on. Venezia interpellato ha risposto che ancora non ha ricevuto notizie e che solleciterà. A Valguarnera che è il paese più vicino e che può trarne maggiore beneficio serpeggia intanto il malcontento ed è come se ci fosse una sorta di rassegnazione. E dire che nel CdA oltre ai due componenti nominati dalla Regione siede pure la sindaca Draià.

L’allarme degli ambientalisti

Le “Sentinelle Ambientali” molto sensibili alla questione, non più di qualche mese fa hanno
organizzato una riunione con le massime autorità politiche locali, provinciali e regionali. L’intento era quello non solo di chiedere un intervento al più presto, ma anche di parlare del futuro in termini di fruizione turistica ma nulla di tutto questo è avvenuto.
Rino Caltagirone