Elezioni ex Province, i giochi dei partiti ed il rischio impasse

Sul ritorno dell’elezione diretta degli organi di governo di Liberi Consorzi comunali e città metropolitane in Sicilia non tutte le forze politiche di maggioranza la pensano allo stesso modo. La Nuova democrazia cristiana di Cuffaro è la forza politica che più sta spingendo, anche a costo di rischiare l’impugnativa della Presidenza del Consiglio dei Ministri.

La cautela di FI e FdI

Più caute sono Forza Italia e Fratelli d’Italia che vorrebbero far precedere l’approvazione all’ARS del ddl, dall’abrogazione della norma statale (Delrio) che impone l’elezione di 2° grado. Nel Partito democratico regna un po’ di confusione visto l’evidente fallimento generato dalla coppia Crocetta-Delrio durante il periodo della caccia ai costi della politica.


In Parlamento i disegni di legge di natura costituzionale, il cui iter legislativo ha ricevuto una decisa spinta politica, sono quelli sull’autonomia differenziata e quello sul premierato. Nell’agenda politica non figura il ritorno all’elezione diretta degli organi di governo delle Province, anche perché nel resto d’Italia le Province, ancorchè depotenziate, funzionano da anni.

L’Ars ad un bivio

A questo punto l’ARS, impegnata in questi giorni in una complessa manovra finanziaria, si trova davanti ad un bivio. Se approva il ddl sull’elezione diretta senza attendere la modifica della legge statale Delrio andrà dritta verso una probabile impugnativa. Se invece accantona l’approvazione del ddl, dimostrerà di accettare l’inevitabile elezione indiretta degli organi di governo per la prossima primavera, visto che la Corte costituzionale ne ha stoppato il lungo commissariamento.

Il caos normativo

Ma c’è un altro aspetto che le forze politiche stanno sottovalutando e che potrebbe invalidare ogni tentativo legislativo. La Corte costituzionale con la sentenza n. 168/2018 ha già affermato l’incompatibilità dell’elezione diretta del Presidente dei Liberi Consorzi comunali con la previsione dell’art. 15 dello Statuto siciliano. Ciò significa che per far votare direttamente i siciliani non basterà modificare la legge statale Delrio, ma occorrerà modificare anche lo Statuto, sostituendo gli attuali Liberi Consorzi con le
Province.

Massimo Greco