Il gettone di presenza e l’indennità mensile
Enna-Cronaca - 12/12/2023
La notizia del giorno è che tutti gli imputati (tra questi anche l’attuale sindaco di Enna) chiamati a rispondere per i contestati reati di truffa e falso pubblico nell’ambito dell’inchiesta avviata dalla Procura della Repubblica di Enna nel 2014 e denominata “gettonopoli”, sono stati assolti con formula piena. I commenti che si potrebbero fare sono tanti e tra questi la debolezza strutturale dei capi d’imputazione o la lentezza processuale che ne aveva già segnato l’esito facendo maturare la prescrizione dei reati
contestati ovvero il logoramento mediatico a cui sono stati sottoposti per tanti anni gli imputati. Ma a noi, che abbiamo l’abitudine di monitorare la qualità delle politiche pubbliche, ci piace invece individuare la responsabilità di chi ha generato, e continua a farlo, questa tipologia di reato.
Cosa si intende per Gettonopoli
La “gettonopoli” è la denominazione che i media hanno coniato per identificare il reato collettivo che viene contestato agli amministratori comunali che usufruiscono illecitamente del compenso loro spettante per la partecipazione alle sedute del consiglio comunale o delle commissioni consiliari. La normativa vigente vincola l’erogazione del gettone di presenza all’effettiva partecipazione dell’amministratore agli organi di governo del Comune. Qualora questa partecipazione non avviene
regolarmente, come per il caso in questione, l’amministratore che riceve comunque il gettone di presenza rischia di incorrere nel reato di truffa.
L’indennità mensile
Questo è il contesto normativo che il legislatore ha previsto, rinnegando ciò che di buono aveva invece pensato allorquando introdusse con il Testo Unico degli Enti Locali l’indennità mensile di funzione quale modalità remunerativa sostitutiva del gettone di presenza. L’indennità di funzione era infatti la conseguenza del nuovo modo di concepire il ruolo del Consigliere comunale. Dopo la riforma del titolo V° della Costituzione del 2001, la nuova identità del Consigliere, infatti, si costruisce fuori dalle aule consiliari. Una nuova funzione esercitata “tra la gente”, per raccogliere le istanze che provengono dal territorio ed interfacciarle con l’azione politica del Comune. Una vera e propria funzione di “ascolto” quindi, che si estende alla partecipazione alle riunioni dei gruppi come momento propedeutico alla funzione politica, di elaborazione progettuale e di studio delle proposte presentate all’ordine del giorno o in corso di elaborazione, nonché alla partecipazione ad iniziative promosse dall’Amministrazione o
dall’Ufficio di Presidenza al fine di assicurare l’informazione preventiva, elemento fondamentale per consentire al Consigliere di svolgere il proprio compito non solo con consapevolezza, ma, soprattutto, con continuità, presidiando sia l’Ente Comune che la comunità locale di riferimento.
Il passo indietro del Legislatore
Il legislatore, che in una prima fase aveva riconosciuto tale funzione prevedendo un’innovazione significativa rispetto al passato e cioè la possibilità per il Consigliere di optare dal regime del gettone di presenza a quello dell’indennità di funzione, ha poi preferito, durante il periodo della caccia ai costi della politica, ritornare al gettone di presenza. E questo è il risultato!
Massimo Greco