Fondi per strade e ferrovie dirottate sul Ponte, ok da Senato

Parte dei Fondi di sviluppo e coesione, Fsc, destinati per la Sicilia saranno dirottati per la costruzione del Ponte di Messina. L’allarme è lanciato dal coordinatore del M5S in Sicilia e deputato all’Ars Nuccio Di Paola e il capogruppo M5S palazzo dei Normanni Antonio De Luca, per cui “è arrivato nella nottata l’ok della commissione Bilancio del Senato all”emendamento che rimodula i fondi stanziati per il ponte, vincolando una grossa fetta dei fondi Fsc destinati alla Sicilia”.

Le opere nell’Ennese

Tra le opere più importanti nell’Ennese ci sono certamente i collegamenti ferroviari, quelli legati al raddoppio ferroviario della Palermo-Catania, i cui lavori principali sono nel cantiere di Catenanuova, senza contare gli interventi sulla tratta ferroviaria Caltanissetta-Enna consistenti nella realizzazione di 27 chilometri di nuovo tracciato in variante rispetto alla linea attuale, con circa 3 chilometri di viadotti e 4 gallerie per 20 chilometri totali. Il progetto prevede anche il rinnovo della stazione di Caltanissetta Xirbi e la realizzazione del posto di movimento di Villarosa. Nelle settimane scorse, era stata la senatrice M5S Ketty Damante a lanciare l’allarme sul taglio dei fondi anche se la parlamentare nazionale di Fdi, Eliana Longi ha più volte sostenuto che le coperture vi saranno.

Il costo del Ponte e la ripartizione dei fondi

Il Ponte sullo Stretto avrà un costo 11,6 miliardi di euro9,3 miliardi saranno a carico dello Stato, la parte restante, circa 2,3 miliardi di euro sarà coperta attraverso il fondo per lo Sviluppo e la Coesione in capo alle regioni. I lavori dovrebbero terminare entro il 2032.

L’allarme della Cgil

Il segretario regionale della Cgil, Alfio Mannino, delinea una situazione finanziaria da brividi per la realizzazione delle opere in Sicilia, per cui al miliardo e trecento milioni per il Ponte, si sommano un miliardo e 600 milioni tagliati dalla rimodulazione del Pnrr. “Il governo nazionale – osserva Mannino – aveva garantito che la compensazione di quelle risorse sarebbe arrivata dal Fsc, dunque, dobbiamo immaginare che oltre un miliardo e mezzo servirà per realizzare i progetti tagliati dal Pnrr. E anche i fondi per il Ponte saranno tolti alle infrastrutture da realizzare con le risorse strutturali. In questo modo, dei 5,6 miliardi che dovrebbero essere a disposizione dell’Isola, ne resteranno meno della metà”.

L’affondo di Venezia (Pd) a Schifani

Ma ci sono anche le grane per la Finanziaria regionale. “Il presidente Schifani parla di opposizione vuota e senza argomenti. Uno strano modo aprirsi al confronto tanto sbandierato. Se la litigiosa maggioranza vuole dialogare per trasformare questa finanziaria in uno strumento utile per la Sicilia ci troverà disponibili. Ma niente operazioni di retrobottega”.

 Così il deputato Pd Fabio Venezia, vicepresidente della commissione bilancio dell’Ars.

   “Le nostre proposte – aggiunge – sono scritte nero su bianco negli emendamenti presentati e che destinano risorse per il contrasto alla violenza di genere, la stabilizzazione del personale dei comuni, l’aumento delle dotazioni per le borse di studio, la difesa del servizio sanitario regionale pubblico, le attività di prevenzione contro gli incendi, un fondo cospicuo per la morosità incolpevole, la gratuità dei trasporti per gli studenti pendolari, gli incentivi per start up e innovazione e i ristori per i danni causati dagli incendi. Su questi punti siamo, ovviamente, disposti a confrontarci in Parlamento. Ma evidentemente queste proposte, che cercano di dare risposte all’emergenze dell’Isola, per il governo regionale sono, per usare le parole di Schifani, carenti e vuote. Venga piuttosto in Aula a riferire sulla programmazione dei fondi extraregionali e sulle falsità che ha detto a proposito del ponte sullo Stretto”