Cattura Ruisi, l’ombra della mafia dietro la sua latitanza

C’è l’ombra della mafia dietro la latitanza di Guglielmo Ruisi ed il sospetto, secondo i magistrati della Procura di Enna, la polizia ed i carabinieri, sta nel luogo in cui l’imprenditore edile di Valguarnera, accusato di omicidio, si era nascosto.

Un covo per mafiosi catanesi

Quel residence, nei pressi della Playa di Catania, sarebbe un vero fortino, “dotato di sistema di telecamere di sicurezza e di un servizio di portierato, per cui è complicato entrare senza essere osservati” hanno spiegato ieri gli inquirenti, nel corso della conferenza stampa al palazzo di giustizia di Enna per svelare i retroscena delle cattura del 51enne. La zona, in passato, è stata usata dalle cosche catanesi per nascondere dei latitanti, esponenti di spicco della mafia etnea ricercati dalla giustizia

Chi gli ha suggerito quel posto?

La domanda è: come ha fatto l’imprenditore edile, peraltro, senza precedenti penali, ad arrivare fin lì? Chi, soprattutto, gli ha suggerito quel posto? Gli inquirenti sono certi che, a parte i suoi familiari, Ruisi si sarebbe servito di una rete parallela di fiancheggiatori, qualcuno in odor di mafia.

Il parente di Ruisi con le amicizie pericolose

Proprio ieri, a poche ore di distanza dal blitz delle forze dell’ordine nel residence in cui si nascondeva l’ormai ex latitante, il questore di Enna, Corrado Basile, nell’intervista rilasciata a ViviEnna, ha parlato di un possibile coinvolgimento di un altro parente di Ruisi, con precedenti penali di un certo rilievo.

Il ponte con i fiancheggiatori esterni

Un uomo con un passato segnato da procedimenti giudiziari di spessore che, stando alla ricostruzione degli investigatori, gli avrebbe consentito di avere delle conoscenze pericolose, presumibilmente negli ambienti della criminalità organizzata. Per il momento si tratta solo di ipotesi, in ogni caso gli investigatori vogliono accertare se davvero sia questo il ponte tra Guglielmo Ruisi e quella presunta rete di fiancheggiatori, estranei alla famiglia, capace di proteggere la sua latitanza.

Nell’appartamento del residence dove è stato rintracciato Ruisi, c’era un minorenne, non un parente del ricercato, che potrebbe avere avuto un ruolo nella vicenda dell’imprenditore edile. “Forse un vivandiere, ma stiamo cercando di saperne di più” hanno aggiunto gli investigatori nella conferenza stampa.

La pistola

Nella stanza del residence, c’era anche un revolver che è stato posto sotto sequestro ed inviato nei laboratori delle forze dell’ordine per svelare se si tratta della stessa pistola usata nell’omicidio del 10 ottobre a Valguarnera.