La cattura di Ruisi, il questore di Enna, “ecco come abbiamo fatto”

Dal 10 ottobre, giorno dell’omicidio a Valguarnera e della contestuale latitanza di Guglielmo Ruisi, molto delle risorse e degli sforzi di polizia e carabinieri si sono concentrate sulla cattura dell’imprenditore edile di 51 anni. ViviEnna ha intervistato il questore di Enna, Corrado Basile.

Signor questore, quale è stata la svolta delle indagini?

Non c’è stata una vera e propria svolta, è stato svolto un lavoro complesso, quasi fosse un puzzle da riempire tessera dopo tessera. Abbiamo provato a fare terra bruciata attorno a lui, poi ci siamo concentrati sulla rete di fiancheggiatori, tra cui familiari, su cui si stanno concentrando le indagini

I due parenti, madre e figlio, di Ruisi sono indagati?

Non mi risulta lo siano, in ogni caso sono informazioni che spettano alla Procura di Enna

Perché Ruisi ha scelto quel residence?

Proprio su questo aspetto ci sono delle indagini, del resto va accertato chi gli ha dato ospitalità, coperture, assistenza e protezione in un territorio diverso dalla provincia di Enna. L’abilità degli investigatori è stata quella di riuscire ad individuare il luogo in cui si nascondeva Ruisi, distante dal posto in cui vive.

Ruisi è stato oltre due mesi latitante, come è stato possibile?

Va detto che l’indagato non aveva precedenti penali, insomma non è un delinquente abituale, per cui è stato più difficile seguire le sue tracce e comprendere la rete di copertura.

E’ possibile che vi siano state coperture da parte delle criminalità organizzata?

Anche su questo aspetto, abbiamo avviato degli approfondimenti ma sappiamo di un parente dell’indagato che ha avuto trascorsi criminali, per cui il nostro obiettivo è di svelare tutti i fiancheggiatori.

Quando avete avuto contezza del covo di Ruisi?

La sera precedente abbiamo individuato il posto in cui si nascondeva l’indagato ma non avevamo ancora la certezza che fosse lì. Poi, la svolta poco prima delle 7 di stamane: il personale di polizia ha fatto irruzione, trovando Ruisi che non si è accorto di nulla.

Quali sono state le difficoltà del blitz?

Non è stata una operazione semplice perché se non ci fossimo mossi con cura, qualcuno avrebbe potuto dare l’allarme a Ruisi che, a sua volta, sarebbe potuto scappare.

Ruisi stava dormendo?

No, non stava dormendo: era in questo appartamento e quando siamo entrati era sorpreso. E’ stata una operazione brillante sotto questo punto di vista perché non è stata consentita alcuna possibilità di fuga.

Lei, negli anni scorsi, ha catturato un altro latitante, in Calabria, ora Ruisi…

Il 31 dicembre del 2001, quando dirigevo la Squadra mobile di Siracusa, venne catturato Alessio Attanasio, capo della cosca Bottaro-Attanasio, che si era nascosto in un residence in Sila. Evidentemente, questo periodo è particolarmente positivo, non per chi, invece, delinque. Va detto che questo omicidio, quello consumatosi a Valguarnera, ha destato molto clamore, non solo nell’Ennese ma in tutta la Sicilia. Voglio plaudire al lavoro svolto dagli investigatori, coordinati dai magistrati della Procura di Enna.