La retta non pagata per Alessia, la versione del Comune

Il “caso Alessia” si arricchisce di un nuovo capitolo. Alle accuse mosse al Comune di Valguarnera dalla dottoressa Laura Boria, referente della cooperativa sociale Namastè di Caltagirone, risponde la responsabile dei servizi sociali Santina Amatore. Il caso della ragazzina disabile “dimenticata dal Comune” ha turbato tanto l’opinione pubblica valguarnerese.

La replica alle accuse

Accuse che hanno riguardato non solo il mancato pagamento delle rette alla cooperativa che l’ha in cura dai primi mesi del 2018, ma quella più grave che “l’avrebbe lasciata al proprio destino, senza esercitare alcun monitoraggio, senza proporre soluzioni idonee”. Accuse rimandate al mittente dalla responsabile dei servizi sociali del Comune dottoressa Amatore: “Sono dichiarazioni in cui si lascia intendere che il Comune di Valguarnera si sia disinteressato alla ragazza e che non abbia a cuore le sorti dei minori e dei disabili. Questo Comune, nonostante la mancata correttezza procedurale e di legge ha immediatamente effettuato le verifiche sulla struttura dove la ragazza era stata trasferita, riscontrando però che “Villa Namastè” non risulta iscritta all’Albo regionale delle istituzioni assistenziali, né nella sezione
minori né in quella inabili, come disposto dalla L. R. 22/86. Una comunità alloggio non iscritta all’Albo regionale come la “Namastè”- scrive Amatore- non fornisce adeguate garanzie e standards ai Comuni
che devono tutelare i loro cittadini in difficoltà e non consente la stipula di convenzione sulla base della normativa regionale vigente. Il Comune- tiene comunque a precisare- si dichiara pronto a farsi carico della ragazza se trasferita presso una comunità iscritta all’albo, che garantisce la qualità dei servizi offerti dalle strutture residenziali”.

La versione del Comune

Amatore poi ripercorre le tappe di questa triste storia: “La giovane, ancora minorenne, inserita in idonea struttura dal Comune di Valguarnera insieme al proprio nucleo familiare ha subito diversi trasferimenti per
motivi non imputabili a questo Ente, fino all’inserimento presso una comunità alloggio per minori di Solarino, struttura a retta regionale regolarmente iscritta all’Albo. Fino al mese di maggio del 2016 vi era un procedimento aperto presso il Tribunale per i Minorenni di Caltanissetta il quale, con un decreto del 6 Maggio 2016, dichiarava la propria incompetenza territoriale e trasferiva gli atti alla Procura della
Repubblica presso il Tribunale per i Minorenni di Catania, demandando il caso ai Servizi Sociali competenti territorialmente e cioè quelli del Comune di Solarino. Da qual momento il Comune di Valguarnera non ha più ricevuto né relazioni di aggiornamento da parte della Comunità, né
provvedimenti da parte del Tribunale. Solo in data 30/01/2018 la predetta Comunità di Solarino comunicava al Servizio Sociale di questo Comune la dimissione della minore, già avvenuta in data 26/01/2018, e il suo trasferimento presso la Comunità Terapeutica “Villa Namastè” di Caltagirone senza, per altro, motivarne le condizioni che hanno reso necessario e indispensabile tale trasferimento.”

Il contenzioso

Da questo momento si apre il contenzioso con la Namastè: “A seguito di detta comunicazione
questo Comune- fa sapere la dottoressa Amatore- rispondeva prontamente precisando che nessuno, né i Servizi Sociali di Solarino, né la Comunità dove la minore era stata inserita fino a quel momento e
nemmeno il Tutore della minore, aveva coinvolto preventivamente e obbligatoriamente il Servizio Sociale di questo Ente, così come previsto dalla vigente normativa, per aggiornarlo sulle criticità sopraggiunte e
che potevano eventualmente motivarne il trasferimento, né tanto meno nella suddetta comunicazione era stato specificato il soggetto o l’Ente che aveva individuato la struttura presso cui era stata trasferita la
minore, compito questo spettante al Comune che si assume l’obbligo economico del ricovero. Per cui il Comune di Valguarnera non intendendo abdicare agli obblighi di natura morale ed assistenziale,
specie se riguardanti minori o disabili, si è immediatamente attivato reperendo altra idonea Comunità in regola con la prescritta normativa, presso cui trasferire la ragazza. Di questo si è data tempestiva
informazione al Tribunale per i Minorenni di Catania, al Tutore della minore e al Servizio Sociale del Comune di Solarino. Di tale verifica ad oggi non è mai arrivato alcun riscontro da parte del Comune di Solarino e nemmeno il Tribunale per i Minorenni di Catania ha riscontrato la richiesta di trasferimento presso altra struttura proposta da noi che, in assenza di autorizzazione da parte del Tribunale, non ha potuto ulteriormente procedere anche se a tutt’oggi è disponibile a farlo”.

Pertanto la situazione di “stallo” venutasi a creare- conclude la dottoressa Amatore- non ha consentito a questo Comune di prendere in carico la ragazza sulla base della normativa vigente e ha di fatto portato
all’apertura dell’odierno ed ulteriore contenzioso, successivo ad un precedente del 2023 dove la “Namastè” è risultata soccombente, confermando la legittimità dell’azione amministrativa e sociale del
Comune di Valguarnera.”
Rino Caltagirone