Disabile ospite in una struttura ma il Comune non paga la retta

Una bambina valguarnerese con gravi problemi di disabilità comportamentale e relazionale, oggi maggiorenne, è al centro di una polemica sollevata da una referente della Comunità della Coop. Sociale Namaste, nella cui struttura, che si trova a Caltagirone, la giovane è ospite.

“Comune non paga la retta”

Secondo la sociologa Laura Boria, il Comune di Valguarnera non sta provvedendo “al pagamento della retta”, giustificando questa decisione perché ” competente a sostenere gli oneri economici in quanto il minore ha il domicilio nel luogo di residenza della famiglia o quello del tutore” si legge nella lettera della professionista arrivata alla redazione di ViviEnna.

La storia di Alessia

La vita di Alessia è stata sempre contrassegnata dalle difficoltà e non sono per le sue condizioni di salute. In tenerissima età, venne sottratta alla famiglia per via di un contesto “socialmente problematico e disfunzionale, giudicato di estrema gravità e di elevato rischio psico-fisico” fa sapere Laura Boria, al punto che, come spiega la sociologa, il Tribunale per i Minorenni dispose il procedimento “di allontanamento della minore dal contesto familiare a causa dello stato di abbandono, nonché, sospende la responsabilità genitoriale della madre”.

L’aggravamento delle condizioni

La piccola, nel corso degli anni, sarebbe stata sistemata in diverse strutture ma le sue condizioni sarebbero progressivamente peggiorate e come spiegato dalla sociologa avrebbe sviluppato all’età di 12 anni “difficoltà relazionali e livelli di aggressività” fino a palesare delle minacce di suicidio.

La decisione del Tribunale dei minori

Sulla sorte di Alessia, si è poi espresso il Tribunale dei minorenni che, nel 2018, ha deciso il trasferimento della giovane di Valguarnera nella struttura della cooperativa Namasté.

Il braccio di ferro

Dopo il provvedimento del giudice, la comunità che prima ospitava la ragazzina avrebbe informato il Comune di Valguarnera del trasferimento dell’utente a Caltagirone. I costi sarebbero dovuti essere a carico dell’amministrazione valguarnerese ed è qui che nasce un vero e proprio braccio di ferro con profili legali.

Lo scontro sulle competenze

Secondo la referente della cooperativa, il Comune di Valguarnera avrebbe fornito altre ragioni per sottrarsi al pagamento della retta, sostenendo la circostanza di non essere stato coinvolto nella scelta del centro.

Inoltre, stando sempre alla tesi della sociologa, il Comune avrebbe scritto a tutte le parti coinvolte di questa complessa vicenda, focalizzando l’attenzione “sull’insussistenza delle condizioni di legge per l’assunzione di obblighi assistenziali ed economici”. Ed avrebbe addotto due ragioni: “la prima che spetta al Comune, che si assume l’obbligo economico del ricovero, il compito di individuare la struttura presso cui trasferire la minore; la seconda, la mancata iscrizione della Comunità di Villa Namastè all’Albo regionale delle istituzioni assistenziali” riferisce la sociologa.

“Iscrizione albo non obbligo di legge”

Nella versione di Boria, “la mancata iscrizione di una Comunità all’Albo regionale delle istituzioni assistenziali per l’amministratore della cooperativa-, non è assolutamente un obbligo di legge” e attacca il Comune. “Per anni il Comune di Valguarnera – scrive Boria – ha dimenticato totalmente la persona all’epoca minore, lasciandola al proprio destino, senza esercitare azione di monitoraggio di una persona vulnerabile, senza proporre soluzioni idonee, senza preoccuparsi di interpellare i Servizi sociali affidatari”.

La sindaca

Sulla vicenda, abbiamo contattata la sindaca di Valguarnera, Francesca Draià. “Non ho pienamente contezza della situazione, so solo che c’è un contenzioso in atto. Ma devo parlare prima con l’assistente sociale per vedere come stanno le cose” ha detto la prima cittadina.

Rino Caltagirone