Omicidio del padre, polizia, “lite col figlio per soldi”

Gli agenti della Squadra mobile di Enna, che hanno in mano le indagini sull’omicidio di Gaetano Menzo, l’imprenditore edile per la cui morte è indagato per omicidio il figlio, Matteo, sono riusciti a ricostruire i contorni della drammatica vicenda.

Il movente

Dai primi accertamenti sarebbero emersi “accesi e forti contrasti tra padre e figlio, accresciutisi nel tempo, per motivi verosimilmente di carattere economico e, comunque, in fase di ulteriore approfondimento” spiegano dalla Questura di Enna

Le ricerche anche in provincia

Dopo il delitto, il ragazzo, 22 anni, ha fatto perdere le sue tracce. “Immediatamente sono state avviate le ricerche, senza soluzione di continuità, da parte degli operanti di PG. Sono state dislocate numerose pattuglie su tutto il territorio ennese alla ricerca del sospettato, alcune delle quali si sono estese anche nelle province limitrofe ove, per un certo lasso di tempo, era stata localizzata l’utenza in uso allo stesso”.

Convinto al telefono

Nella ricostruzione degli agenti della Squadra mobile di Siracusa, il ragazzo è stato convinto a porre fine alla fuga. “Il tempestivo intervento delle Forze di Polizia ed il contestuale avvio delle indagini condotte dalla Procura di Enna hanno consentito agli operanti di agganciare telefonicamente il presunto autore del reato, che con estenuanti attività di convincimento è stato invitato a far rientro ad Enna; nonostante ciò, nel frattempo, lo stesso è stato intercettato nei pressi degli uffici della Questura” spiegano dalla Questura.

Il questore di Enna, Corrado Basile, “ha espresso massima soddisfazione per l’attività d’indagine svolta dal personale della Squadra Mobile di Enna che rivela il costante impegno profuso dalla Polizia di Stato e la proficua e sinergica collaborazione con l’Autorità Giudiziaria”