Province, serve dialogo tra Regione e Governo nazionale

L’approvazione del disegno di legge regionale che introduce l’elezione diretta degli organi di governo negli enti di area vasta (città metropolitane e Liberi consorzi comunali) comporterà inevitabilmente l’impugnativa della Presidenza del Consiglio dei Ministri e la consapevolezza di ciò è diffusa anche tra le stesse forze politiche che la stanno sponsorizzando, al punto di spingere i più maligni a pensare che sia un’operazione politica per ottenere un maggiore coinvolgimento elettorale per il rinnovo del Parlamento europeo previsto per il prossimo mese di giugno. A quel punto si scrolleranno le spalle addebitando
ad altri la responsabilità di non potere restituire ai cittadini il diritto di elettorato attivo.

Il principio di leale collaborazione tra le Istituzioni

Eppure la strada per evitare questa farsa istituzionale c’è, se solo si creassero le condizioni per realizzare un più efficace raccordo, in ossequio al principio di leale collaborazione, prima del decorso del termine per l’impugnazione, anche al fine di evitare che la Regione siciliana sia poi costretta ad abrogare o modificare le disposizioni oggetto d’impugnazione in pendenza del giudizio davanti alla Corte costituzionale.

La Direttiva ministeriale

Il contenimento dei ricorsi in via principale ha, del resto, già ispirato una direttiva a carattere interno sul contenzioso costituzionale, adottata dal Ministro pro tempore per gli affari regionali e le autonomie locali il 20 giugno 2006. Tale direttiva ha infatti promosso la valorizzazione del momento collaborativo e il perseguimento di soluzioni conciliative. Occorre altresì rammentare che la Corte costituzionale ha più volte invitato tutti gli attori istituzionali a riflettere sulla necessità di apprestare più efficaci meccanismi di prevenzione e risoluzione dei conflitti.

Meno “pacche sulle spalle” e più tavoli tecnici

Si ricorda, infine, che un’ulteriore modalità per scongiurare la citata impugnativa è, ispirata al principio di leale collaborazione, si realizza anche tramite tavoli di concertazione preventiva che non hanno nulla a che vedere con le “pacche sulle spalle” che ha ricevuto il Presidente dell’ARS Galvagno. La regione siciliana può infatti ufficialmente richiedere al Dipartimento per gli affari regionali e le autonomie della Presidenza del Consiglio dei ministri di avviare un confronto con le amministrazioni statali competenti, prima di approvare una legge che, ictu oculi, viola sia la legge statale Delrio che l’art. 15 dello statuto
siciliano.

Massimo Greco