Chiusa per lavori la Statale 290, apertura a luglio

Chiude la Statale 290 nel tratto che da Calascibetta raggiunge il bivio Villapriolo. L’arteria, che collega
l’area sud con quella nord dell’Ennese, è nuovamente interessata da una serie di lavori, tra i quali quelli che riguardano il consolidamento, a seguito di un progetto redatto dall’Anas regionale, di alcuni tratti della sede stradale mediante la palificazione.

Senso unico alternato poi la chiusura

Durante la scorsa estate si viaggiava a senso unico alternato e il traffico era regolamentato da un semaforo, poi la decisione di chiudere del tutto l’arteria. Così, per avere ulteriori notizie, abbiamo telefonato alla sede provinciale dell’Anas, ma senza successo. Abbiamo invece appreso che il comune xibetano ha inviato una lettera di sollecito all’Anas al fine di evitare ulteriori disagi alla comunità che risiede nel borgo di Cacchiamo.

L’Odissea degli automobilisti

Una missiva che, per conoscenza, è stata inviata anche al prefetto di Enna, mentre al sindaco Piero Capizzi, i vertici regionali dell’Anas hanno riferito che i lavori dovrebbero essere ultimati non prima del prossimo mese di luglio e se dovessero protrarsi a regolamentare il traffico ritornerebbe il semaforo. Le proteste intanto non mancano, soprattutto tra i residenti del borgo di Cacchiamo, i quali, per raggiungere Calascibetta, sono costretti a percorrere strade alternative, pericolose e tortuose, come quella che costeggia il bosco dell’Altesina, con tempi di percorrenza, andata e ritorno, che superano le due ore. Un vero disagio.

Danno per i pendolari

Prima della chiusura del tratto di statale il tempo di percorrenza era di circa un’ora. A indignarsi, per l’ennesima chiusura della strada, anche insegnanti e professionisti xibetani che debbono recarsi a Nicosia o nei paesi delle Madonie, come Gangi e le Petralie. Già a marzo del 2012 il tratto di arteria era stato chiuso a seguito del crollo di una parte del costone roccioso che sovrasta, in contrada Gaspa-La Torre, la statale. Grossi massi avevano invaso la sede stradale, fortunatamente senza provocare danni né a persone né a cose. Per molti automobilisti era iniziato un vero e proprio calvario conclusosi solo nel 2020.

I costi

La riapertura era avvenuta dopo una spesa di ben 2 milioni di euro. Un progetto importante, per qualcuno faraonico, che aveva visto i rocciatori consolidare e ingabbiare la parete rocciosa con la rete metallica fissata con tiranti e chiodi. Inoltre erano state ricostruite, in più punti, le barriere paramassi e rifatti alcuni chilometri di tappetino d’asfaltato. Adesso sono ritornati i fantasmi del passato, con la strada che potrebbe rimane chiusa a lungo.

Francesco Librizzi