Oasi di Troina, la difficile eredità di padre Ferlauto

Dopo le dimissioni di Padre Silvio Rotondo, l’Istituto di Ricerca e Cura a Carattere Scientifico “Oasi Maria SS” di Troina è alla ricerca di un Presidente dell’omonima Associazione che prenda in mano il timone. Non è un semplice avvicendamento come non lo è stato allorquando Padre Rotondo fu chiamato a sostituire Padre Ferlauto. Ma in quella occasione la nomina di Padre Rotondo era stata già tracciata dallo stesso fondatore e, col senno di poi, possiamo ragionevolmente affermare che la scelta fu azzeccata. Padre Rotondo è stato infatti capace di governare l’esposizione debitoria dell’Istituto e di intascare la
convenzione decennale con la Regione siciliana.

Ai meriti di Padre Rotondo devono aggiungersi certamente quelli, meno appariscenti, del “Sistema Oasi” e del “Socio di maggioranza”. Quando una grossa azienda funziona e riesce a dare lavoro a circa 700 lavoratori, il merito non è solo di chi è chiamato alla guida dell’azienda ma anche della squadra dirigenziale e di tutti gli operatori che quotidianamente alimentano con encomiabile impegno una siffatta eccellenza sanitaria.

Il Socio di maggioranza

Non meno meritoria continua ad ad essere l’influenza divina esercitata dall’alleato principale al quale Padre Ferlauto riconosceva il ruolo del “Socio di maggioranza”. Anche in questo caso i risultati parlano chiaro. L’Istituto ha più volte rischiato di non farcela, soprattutto dopo avere perso entrambi i gradi di giudizio della giustizia amministrativa per l’avvenuta riduzione del budget annuo riferito alla remunerazione delle funzioni assistenziali. E invece, è arrivata la citata convenzione decennale ma anche il riconoscimento delle prestazioni ed i servizi resi e rendicontati l’anno 2019 ancorchè non preventivamente coperti da impegni contrattuali con la Regione.

La “Città Aperta”

A questo punto, in cui la strada è tracciata e libera da insidiosi intralci, il futuro Presidente sarà chiamato a recuperare il sogno di Padre Ferlauto, quello di contribuire a promuovere politiche di area vasta attorno ad un big player capace di arginare la decrescita delle nostre aree interne e potenzialmente idoneo a generare il miracolo della “Città Aperta”.

Massimo Greco