Kore, il rettore, “qui avete fatto un miracolo”

“Qui avete fatto un miracolo”. Hanno così esordito all’unisono il Prof Francesco Tomasello, nominato Rettore dell’Università Kore solo un anno fa, e il Ministro per la protezione civile e le politiche del mare Nello Musumeci, presente alla cerimonia di apertura dell’anno accademico 2023-2024.

Il segno lasciato dalla Kore


è vero, ciò che è stato fatto è annoverabile tra quelle iniziative destinate a lasciare il segno nella storia di un territorio, capace di incidere sul sistema immunitario di una comunità sempre più stanca e scoraggiata, dove si avverte di più il “malessere democratico”. E tuttavia, accreditare a tutti indistintamente questo miracolo non solo non è giusto, ma rischia di disorientare chi monitora e studia le politiche pubbliche e soprattutto le perfomances di chi è chiamato a promuoverle.

L’analisi

Così, mentre ascoltavamo la tradizionale cerimonia di apertura dell’anno accademico, abbiamo tentato una riflessione, proiettata a tracciare una linea di confine tra i diversi attori in campo, divisi tra protagonisti, fiancheggiatori, comparse ed antagonisti. E come per le fiabe che si rispettano, non sono mancati anche gli aiutanti, cioè coloro che nei momenti di difficoltà, che non sono affatto mancati, hanno contribuito ad usare la bussola, orientandone l’opinione pubblica.

L’autorevolezza della classe dirigente

E’ in questo scenario che si percepisce la differenza tra l’autorità della classe politica e l’autorevolezza della classe dirigente. Durante la vita dell’Università, non sempre i due livelli decisionali si sono sintonizzati sulle medesime frequenze, anzi tra i due ci sono stati anche lunghi periodi di freddezza, in cui la classe politica ha manifestato intolleranza verso la vitalità della Kore. Una fase storica delicata, superata soltanto con dosi massicce di prudenza e saggezza somministrate da chi ha saputo scegliere da che parte stare. Machiavelli diceva che i principi che si atteggiano come volpi (anziché come leoni) durano più a lungo, perché sono più scaltri. E aveva ragione. Sennonché la vera astuzia consiste nell’intendersi con la parte migliore della classe dirigente. E noi lo abbiamo fatto, anche a costo di passare per elitisti.

Massimo Greco