Ex provincia, la Regione ha deciso, si voterà ad ottobre

Meglio tardi che mai! Finalmente il Governo della Regione siciliana ha scelto la via maestra per ripristinare il funzionamento degli enti di area vasta. Ha stabilito che gli organi di governo delle tre città metropolitane e i sei liberi consorzi comunali saranno eletti il prossimo mese di ottobre con il sistema di 2° grado. Non saranno i cittadini ad eleggere il Presidente di tali enti bensì i sindaci e i consiglieri comunali.

10 anni di commissariamento


Dopo 10 lunghi anni di commissariamento, si darà concreta attuazione al trasferimento del
diritto di elettorato (passivo ed attivo) dai cittadini alle cariche elettive municipali, i applicazione dell’art. 15 dello statuto siciliano che, com’è ormai noto, non ha mai previsto nel proprio ordinamento regionale le province ma i liberi consorzi comunali. Un rocambolesco revirement che la dice lunga sul tollerato ventennio di reggenza delle province regionali, i cui organi di governo sono stati, invece, eletti direttamente dai cittadini. Occorrerà non poca fantasia giuridica per giustificare che, ad articolo 15 dello statuto invariato, i siciliani hanno illegittimamente votato il proprio presidente della provincia
regionale.

Il caos normativo

Delle due infatti l’una, se l’elezione diretta degli organi di governo dei liberi consorzi comunali non è conforme alla previsione statutaria dell’art. 15, come affermato dalla Corte costituzionale con la sentenza n. 168/2018, appare evidente l’incostituzionalità del precedente sistema elettorale fondato sull’elezione diretta del presidente dei liberi consorzi comunali istituiti con la l.r. n. 9/86 (denominate “province regionali”). Chissà se la competente commissione legislativa dell’ARS si è posta questo problema e se
ha pensato di utilizzare i prossimi mesi di angoscia istituzionale per modificare l’art. 15 dello statuto siciliano, adeguandolo all’art. 114 della Costituzione.