Carcere, 40 aggressioni, sindacati stufi, “pronti alla protesta”

Le segreterie regionali di SAPPE (D. Navarra), OSAPP, (C. Quattrocchi), UIL PA P.P. (G. Veneziano),U.S.P.P, “F. D’Antoni” e FNS/Cisl (D. Ballotta) assicurano di essere pronte ad organizzare una protesta eclatante se non si riusciranno a trovare soluzioni per il carcere di Enna. Dall’inizio dell’anno, si sono registrate 40 aggressione, le ultime due si sono verificate nei giorni scorsi, poco dopo la visita della deputata nazionale di FdI, Carolina Varchi e di una delegazione della Camera penale di Enna.

Le criticità al Bodenza

Nel corso di quell’incontro, i sindacati hanno spiegato “le difficoltà nella tenuta della sicurezza della struttura penitenziaria, dell’importante carenza organica che mettono a dura prova lo stato psicofisico degli operatori” e la conseguente violenza perpetrata da alcuni detenuti ai danni degli stessi agenti

La denuncia

Secondo i sindacati, che hanno scritto una lettera al Provveditore dell’amministrazione penitenziaria della Regione Sicilia, Cinzia Caladrino, ed ai vertici nazionali, tra cui il sottosegretario Andrea Delmastro, “i poliziotti penitenziari sono inermi di fronte al dilagare della violenza perpetrata dai detenuti, rischiando seriamente, in mille e più occasioni, l’incolumità fisica e psichica”.

Il caso Enna

“Ciò che è accaduto in questi giorni in quel di Enna, è lo specchio dello stato di degrado di un sistema carcerario causato da più fattori, e che presenta più livelli di responsabilità” spiegano le segreterie regionali dei sindacati.

I detenuti psichiatrici

Un problema serio, nella tesi dei sindacati, è rappresentato dalla presenza in carcere di detenuti con gravi patologie psichiatriche.

“Respingiamo un’amministrazione che si limita a registrare – spiegano nella lettera – solo il numero dei posti disponibili o quello degli eventi critici negli Istituti penitenziari, piuttosto che dare concreto sostegno ed apporto di risorse alle strutture in sofferenza, ovvero insistere presso gli Enti regionali e le competenti Asp affinché, dopo il fallimento delle R.E.M.S., residenze per l’esecuzione della misure di sicurezza, l’accoglienza e la gestione dei detenuti cosiddetti psichiatrici sia assicurata all’esterno degli istituti penitenziari e presso strutture specializzate e a tale scopo deputate, anche per offrire all’utenza detenuta nelle carceri italiane un’offerta trattamentale coerente agli standard europei: si pensi, ad esempio, un detenuto costretto a convivere nella stessa camera di pernottamento con un soggetto psichiatrico o, al contrario, un ristretto con problemi comportamentali senza l’aiuto di personale sanitario competente e specializzato”.

Pronti alla protesta

“Qualora non si ottenesse alcun concreto riscontro, si anticipa sin d’ora che le scriventi si vedranno costrette a mettere in atto altre iniziative pubbliche per dare voce alla grave crisi che ha colpito la C.C. “Luigi Bodenza” di Enna, le cui scelte fallimentari ricadono sull’incolpevole personale di Polizia Penitenziaria” concludono i sindacati.