Lavoro, per Istat cresce occupazione nell’Ennese

Nel 2023 il tasso di occupazione in Italia ha raggiunto il 61,5%, la percentuale più alta mai registrata. L’ISTAT ha pubblicato i dati sull’occupazione a livello regionale e provinciale che permettono di
analizzare la distribuzione del mercato del lavoro nel nostro Paese.

L’analisi

A fronte di un divario tra nord e sud, che viene confermato anche in quest’ultima analisi, si registra nel mezzogiorno un andamento a macchia di leopardo, a dimostrazione della capacità delle politiche di sviluppo locale di incidere sugli indicatori economici dei rispettivi territori. Non sono ancora
chiare le cause di questo fenomeno, tuttavia i dati degli incrementi percentuali più significativi sono netti e meritano di essere evidenziati, soprattutto se correlati alla decrescita e allo spopolamento di aree interne e centrali come quelle di Enna e Caltanissetta.

La situazione a Caltanissetta

La provincia di Caltanissetta viene affiancata a quelle di Crotone e Reggio Calabria, le uniche dove oltre la metà della popolazione è inattiva. Il tasso di occupazione si ferma al 37,7%, con una contrazione di 3.400 unità lavorative, meno della metà di quello di Bolzano. Questa percentuale così bassa è dovuta in particolare al basso tasso di occupazione femminile che si ferma al 23,1%, circa il 56% in meno di quello maschile, che invece arriva al 52,6%. Di contro, il tasso di disoccupazione sale al 17,2%.

Aumenta l’occupazione nell’Ennese

A parità di area interna siciliana, la provincia di Enna fa invece registrare un tasso di occupazione pari al 35,3% con un incremento percentuale dell’11,2% pari a 4.800 unità lavorative, così collocandosi al 3° posto, dietro soltanto alle province di Lecce (+16,5%) e Benevento (+12,4%). Il
tasso di disoccupazione scende al 13,9%. Se questo divario tra le due province dell’area interna e centrale della Sicilia dovesse consolidarsi, le rispettive classi dirigenti dovranno interrogarsi, magari sotterrando definitivamente quell’ascia che periodicamente viene issata nel nome di una guerra tra poveri.